“Oggi – ha rivelato il sindaco Albore Mascia – abbiamo ricevuto in Comune centinaia di telefonate di cittadini che di nuovo si sono visti ripiombare nell’incubo di sette anni fa, quando inaspettatamente l’Arta ordinò l’immediata e improvvisa chiusura dei pozzi di Bussi, quelli che per quarant’anni avevano rifornito di acqua potabile Pescara e la sua provincia, lasciando a secco migliaia di famiglie, perché, come venne fuori, quei pozzi avevano distribuito acqua chimicamente contaminata. Ricordo quei giorni interminabili, con le famiglie senza un filo di acqua nelle condotte e che, al tempo stesso, cominciavano a porre i primi interrogativi sul cosa avessero fatto bere ai propri bambini sino a quel giorno. E oggi in tanti mi hanno chiesto se eravamo tornati all’anno zero, se di nuovo stavamo bevendo acqua avvelenata.
Ovviamente oggi abbiamo rassicurato, per quanto possibile, i cittadini, ricordando che nel 2007, in piena crisi idrica, l’Aca ha realizzato i nuovi pozzi, al di sopra di quelli contaminati, realizzando nuove linee di captazione e distribuzione, non contaminate dalla discarica di Bussi, ma restano gli interrogativi inquietanti su un comportamento colpevole di chi ha avuto per anni la responsabilità del controllo delle acque e ha evidentemente girato il volto dall’altra parte. Qualcuno doveva sapere quanto stava accadendo a Bussi, qualcuno deve aver visto quella discarica, che non è certamente nata dal giorno alla notte, qualcuno deve aver notato quella bomba chimica che stava avvelenando terreni e sorgenti. E quel qualcuno va individuato e deve rispondere delle proprie responsabilità dinanzi alla legge, perché quanto accaduto a Bussi rappresenta un delitto. Il Comune di Pescara si è già costituito parte civile nei due procedimenti penali aperti sulla vicenda e seguiremo sino all’ultimo giorno tutta la fase dibattimentale. Sicuramente non potremo risarcire tutti quei cittadini che oggi vivono con l’incubo di ammalarsi per l’assunzione di quei veleni chimici, ma abbiamo il dovere istituzionale di mantenere lo sguardo fisso sugli esiti di quelle indagini affinchè sia fatta piena chiarezza. Bussi è oggi un simbolo triste, il simbolo della colpa di quelle Istituzioni che per anni non hanno voluto vedere”.
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