PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia torna sul tema dell’accorpamento delle Province di Pescara e Chieti e annuncia di voler contattare i sindaci di Montesilvano e Spoltore per creare un coordinamento finalizzato ad affrontare in maniera coordinata tale problema,che coinvolge gli assetti amministrativi e organizzativi di interi centri urbani, le economie e le specificità che non possono essere disperse né sacrificate. La salvaguardia di Pescara e degli interessi dei suoi cittadini è una battaglia che va oltre il semplice campanilismo e che il sindaco intende condurre e portare avanti sino in fondo per tutelare la realtà territoriale del capoluogo adriatico, che porta benefici a tutto l’entroterra.
Ha spiegato il sindaco:
in realtà l’intervento, se vogliamo, anche a gamba tesa del Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, al quale ieri ho regalato il volume sulla storia di Pescara-Castellamare, redatto dal suo collega di partito Licio Di Biase, non ha fatto altro che anticipare un dibattito istituzionale che interessa l’intera regione e al quale dobbiamo prestare massima attenzione. Al di là degli aspetti più o meno di colore, non possiamo accettare che Pescara perda il proprio ruolo di capoluogo di provincia perché oggi Pescara è molto di più, è il simbolo di una grande area metropolitana, è una città-regione attorno alla quale ruota un intero universo economico, culturale, turistico, finanziario. I miei uffici sono già al lavoro per approfondire i contenuti del Decreto che non sono del tutto chiari: è evidente che non si può pensare di operare l’accorpamento delle Province semplicemente tenendo conto di numeri e dati freddi, ossia estensione territoriale, numero dei Comuni e della popolazione, perché devono essere valutati anche altri fattori, come il ruolo che una città oggi riveste in ambito regionale e il ruolo di Pescara come ‘seconda sede istituzionale della Regione’ è inequivocabile e lampante. Non mi appassiona il dibattito su Pescara che rifiuta di essere assoggettata a Chieti o viceversa, né mi appassionano le guerre di campanile, e infatti la grandezza della nostra città deriva proprio dalla capacità dei pescaresi di guardare oltre le sterili contrapposizioni e di mostrare la giusta lungimiranza. Mi preme piuttosto difendere il ruolo della mia città come luogo baricentrico che porta economia e ricchezza anche alle altre città, non solo quelle della nostra provincia, ma anche a Chieti, Teramo e L’Aquila. Quel decreto non potrà essere applicato secondo criteri generali perché Pescara ha specificità ben precise che difenderemo in ogni modo. Quella per la tutela della nostra città e del suo ruolo a livello regionale è una battaglia che intendo condurre mettendomi alla guida dei pescaresi, ma soprattutto chiedo la piena collaborazione e il sostegno di tutti i comuni della provincia, per un tema che non può e non deve avere colore politico. Per tale ragione contatterò per primi i sindaci di Spoltore e Montesilvano, Di Lorito e Di Mattia, per poi creare un coordinamento che sappia coinvolgere l’intero territorio provinciale chiamando in causa anche le Associazioni e le Organizzazioni di categoria per una mobilitazione territoriale generale.