PESCARA – E’online da Lunedì 14 Marzo l’ultimo progetto discografico del cantautore Andrea Diletti, dal titolo “Aldiladime” e tratto dall’album omonimo. l’Artista Pescarese di origini Aquilane, affronta un argomento delicato trattato raramente nel panorama discografico italiano, cioè il tema delle NDE (Near Death Experience), o esperienze di pre-morte.
A volte considerate come patologie psichiatriche o archiviate come fenomeni pseudo paranormali, le NDE sono state monitorate da tempo e non sono eventi così sporadici come si potrebbe immaginare. Secondo recenti studi, l’incidenza è intorno al 10% e in alcune particolari casistiche, arrivano fino al 18 per cento, ad esempio in pazienti in arresto cardiaco. Ad uno sguardo più approfondito il tema sembra meritare rispetto: milioni di persone hanno testimoniato, nel corso dei secoli, la prosecuzione del cammino umano anche dopo l’estremo distacco dal corpo fisico. Quella che Raymond Moody, uno dei pionieri delle ricerche in ambito di premorte chiamava “vita oltre la vita”.
Il cantautore continua così a percorrere la via coraggiosa e impegnativa di usare la propria arte come strumento di sensibilizzazione sociale. Ricordiamo infatti il suo inno “Il BUIO”, per supportare la “Giornata Internazionale dei bambini scomparsi” il 25 Maggio di ogni anno, e l’iniziativa “InCanto Libero”, in collaborazione con la sede territoriale del Telefono Azzuro di Reggio che da anni si batte per introdurre iniziative solidali a favore delle famiglie dei detenuti, all’interno degli istituti penitenziari di tutta Italia.
“Amo mettermi in gioco fino in fondo”, dichiara Diletti, “Rischiare il tutto per tutto. Quando si toccano argomenti delicati, la possibilità di fare qualche brutto scivolone è sempre dietro l’angolo. Ma io sono un testone e non arretro, serbavo nel cuore da tempo il desiderio di parlare delle Near Death Experience con la massima eleganza e sensibilità possibili. Così il video è un progetto coraggioso, se si pensa a quanto sia doloroso accettare che chi amiamo possa lasciarci, abbandonando questa esperienza terrena per affittare una nuova vita e un nuovo corpo, in qualche altra parte dell’universo. Per questo intendevo mostrare che esiste una dimensione in cui ci si si può ritrovare e attendere, per sempre, e farlo miscelando l’apparente tristezza con un senso di magia e di dolcezza in incognito, che non escludessero la speranza.”
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