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Aldo La Spina, il primo “Cinogogo” d’Italia ospite di “Splash Dog”

da Piero Vittoria

foto aldo la spinaL’intervista al caposcuola degli educatori cinofili che sarà presente 19 e 20 luglio a Loreto Aprutino

LORETO APRUTINO (PE) – Aldo La Spina è il primo “cinogogo” d’Italia: il “pedagogista del cane”, caposcuola degli educatori cinofili. Ha iniziato come soccorritore con il suo cane nella protezione civile, facendo poi pratica degli approcci cinofili moderni e innovativi in Inghilterra. Negli anni ’80 ha portato per primo in Italia l’educazione gentile del cane, le medicine naturali (Shiatsu, agopuntura, fiori di Bach), l’idroterapia in piscina e la riabilitazione per gli animali da compagnia.

È stato anche il primo “istruttore di marciapiede”, aiutando concretamente i proprietari a risolvere i problemi nei rapporti con i propri cani. Insegna nelle università di Milano e Pisa (Veterinaria e Scienze della Formazione) e a professionisti come veterinari, toelettatori, addestratori, educatori cinofili, operatori di canile, dipendenti di enti pubblici, guardie zoofile, associazioni culturali e animaliste (fra cui ENPA, Lega del cane, Dog Angels). Conduce corsi per proprietari di cani e dirige una scuola di formazione per operatori ed educatori cinofili (“Pet format Net”).

È stato consulente IZSAM (Istituto Zooporofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise) per un progetto sull’aggressività. Collabora con riviste e siti specializzati e dirige il Centro Cinofilo Europeo di Novate Milanese, dove sono praticate riabilitazione, cura, consulenza comportamentale, educazione e rieducazione del cane, in collaborazione con veterinari. È vicepresidente nazionale APNEC – Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili. È l’unico rappresentante in Italia qualificato dall’APBC (Association of Pet Behaviour Counselor), organizzazione internazionale di esperti nel recupero del comportamento animale. È vicepresidente di Medical Detection Dogs Italia, associazione Onlus che promuove la ricerca medica e l’impiego del fiuto dei cani nel rilevamento di malattie metaboliche.

Aldo La Spina è stato l’unico istruttore cinofilo e rappresentante in Italia a poter qualificare istruttori APDT – Association of Pet Dog Trainers (UK), finché questa ha operato; istruttore di cani per audiolesi (diploma Hearing Dog for the Deaf) e valutatore CGC (Canine Good Citizen) dell’AKC, American Kennel Club (Usa, corrispondente dell’E.N.C.I.). Ha pubblicato nel 2011 il libro “Emozioni a sei zampe”, Terra Nuova Edizioni, Firenze e nel 2012 il libro “100 idee per giocare con il tuo cane, editore De Vecchi, Firenze. Aldo La Spina sarà ospite di “Splash Dog”, evento che si svolgerà il 19 e 20 luglio a Loreto Aprutino.

Questa la nostra intervista a Aldo La Spina.

Come si è avvicinato al mondo degli animali in particolare a quello dei cani?

R – “Quando avevo sedici anni mio nonno era un uomo politico ed io mi presi cura di un cane addestrato per proteggerlo. All’epoca i cani non venivano “educati”, ma solo istruiti in campi di addestramento e tra l’altro, visto che le tecniche arrivavano dalla Germania, si davano solo ordini in lingua tedesca. Ad un certo punto fui io stesso a cercare di far diventare Harry un vero cane di famiglia, dopo che mio nonno non se ne poteva più occupare. Fui avvantaggiato dal fatto che era un cane molto intelligente. In quel periodo mi avvicinai anche al mondo della protezione civile e quindi con il mio secondo cane, Ambra, partecipai ad esercitazioni di salvataggio toccando con mano cosa fossero i salvataggi sotto le macerie operati proprio con i cani. Fu una sensazione unica vedere la gioia che Ambra provò nel ritrovarmi dura te una di queste esercitazioni. La cosa che mi impressionò molto fu quando in Egitto con l’aiuto del cane trovammo delle persone vittime di un terremoto, purtroppo morte: avvertii che Ambra, nonostante il finale triste della nostra ricerca, fosse felice di aver assolto al suo compito. Eravamo complici nel nostro rapporto: da lì cominciai veramente a capire quanto fossero forti le emozioni che un cane può regalare ad un uomo”.

Cosa vuol dire precisamente “cinogogo”?

R – “Sono diventato “cinogogo” dopo le tante esperienze all’estero, soprattutto in Inghilterra: sono un “pedagogista canino” cioè metto insieme le competenze sul comportamento del cane e quelle dell’educatore e istruttore cinofilo. Per rendere l’idea si devono gestire e risolvere i problemi della relazione fra il cane, la sua famiglia umana e l’ambiente in cui vive. Il cinogogo è colui che va a fondo sulle cause dei malesseri e instaura condizioni favorevoli al benessere del rapporto cane-uomo”.

“Impariamo a “sentire” e a “pensare da cane” grazie all’apprendimento emozionale, un metodo che insegna a scoprire e vivere una nuova relazione con il cane e al contempo entrare in comunicazione diretta con i nostri amici a quattro zampe” …. così viene presentato il suo libro: ma cosa intende lei precisamente per “pensare da cane”?

R – “Semplicemente, che dobbiamo fare lo stesso sforzo di comprensione verso il cane che quest’ultimo deve compiere per adattarsi a noi. Noi di solito ci aspettiamo che i cani obbediscano e facciano esattamente ciò che vogliamo, in realtà è il cane che può regalarci emozioni e addirittura insegnare qualcosa a noi. Spesso non comprendiamo che i cani hanno loro esigenze: in città mancano gli spazi in cui possano muoversi al meglio, li teniamo al guinzaglio e al chiuso e impediamo loro di usare l’olfatto, privandoli del senso più acuto che hanno. Li separiamo dalla madre e dai fratelli troppo presto per darli in adozione o venderli: non si dovrebbe fare. Anche in campagna facciamo spesso la stessa cosa tenendoli legati o chiusi in un recinto o in spazi stretti a loro non consoni, senza magari lasciarli liberi di fare ciò che vogliono”.

Quali sono le emozioni che si generano nel rapporto uomo-cane?

R – “Sono proprio le emozioni che accomunano l’uomo con il suo amico a quattro zampe. Molti avevano manifestato perplessità in proposito e tuttora lo fanno, invece i cani non nascondono le emozioni e le provano in maniera più intensa e forte rispetto a noi essere umani. A mio giudizio provano anche veri e propri sentimenti, ovvero stati emotivi non transitori che durano nel tempo. Ad esempio noi possiamo riconoscere quando provano felicità, tristezza, amore, gelosia o malinconia. Hanno anche la capacità di riuscire a leggere benissimo gli stati d’animo dei rispettivi padroni a cui si affezionano spesso facilmente. Consiglio a tutti di condividere le emozioni, viverle con i nostri cani, manifestarle: è un metodo che faccio sperimentare direttamente, lo definisco “apprendimento emozionale”. In un certo senso premia il cane, ma allo stesso tempo fa bene anche al suo amico umano, perché dà la possibilità di instaurare una comunicazione solida e profonda. Il cane sente la necessità di avvertire l’approvazione del compagno umano, la gioia di avere scoperto insieme qualcosa di nuovo e di condividerla. Può anzi deve anche, al contrario, comprendere gli eventuali motivi della nostra disapprovazione di fronte a comportamenti da noi ritenuti non adeguati. Ritengo però che dare loro punizioni non serva a nulla, penso siano solo dannose”.

Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo, ma dentro una famiglia cosa può rappresentare la sua presenza?

R – “Ci sono aspetti pratici da analizzare sotto questo aspetto, ma anche “umani”. Il cane non è un nostro “strumento”, non mi piace definirlo neanche un “animale da compagnia”: stare con noi uomini non è il suo mestiere o un dovere, ma rappresenta la sua ragione e condizione di vita. Tanti i momenti della nostra vita in cui ci è “servito”: nell’allevamento, nella caccia, nella guardia e salvataggio ecc. : voglio sottolineare però che ha soprattutto trasformato la vita umana con una presenza a dir poco determinante che oggi è sempre più forte. Ciò ha determinato una svolta radicale nella vita quotidiana: i cani ci hanno “insegnato” il senso di essere accettati, riconosciuti, amati, accuditi da una parte della natura non più ostile. Consiglio a tutti di non aspettarsi che rispondano a tutte le nostre attese o che siano sempre carini e simpatici come vediamo magari nei cartoni animati. Dal rapporto con il cane l’uomo può imparare a relazionarsi meglio con gli altri”.

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