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Allarme Riforma catasto, la proposta di D’Angelo (Cambiamo)

da Marina Denegri

La proposta consiste nel creare microzone di classamento per evitare che le ricadute fiscali si abbattano con frazioni aquilane

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L’AQUILA – Un allarme per le novità in arrivo sul fronte catastale, e la proposta di creazione di “microzone” a “catasto calmierato” per evitare che le ricadute fiscali si abbattano con particolare virulenza sulle frazioni aquilane, che per la distanza dai servizi presentano valori immobiliari inferiori a quelli di mercato sul territorio.

E’ quanto contenuto in un ordine del giorno depositato in consiglio comunale dal consigliere Daniele D’Angelo, di ‘Cambiamo’.Dal primo febbraio verrà attivato progressivamente sul territorio nazionale un sistema tecnologico, chiamato SIT, per la gestione delle funzioni dell’Agenzia delle Entrate relative al catasto, ed è opinione diffusa che l’adozione di questa piattaforma sia il primo passo di una riforma degli estimi catastali con prevedibili pesanti ricadute in termini di tassazione, ad esempio sull’Imu, l’Irpef, l’imposta di registro”, spiega D’Angelo.

Un problema “che rischia di abbattersi con particolare gravità sulle frazioni aquilane – osserva il consigliere di ‘Cambiamo’ -, le quali per collocazione geografica, discontinua dotazione di servizi, distanza media dai luoghi di lavoro, di assistenza, di formazione, di socializzazione, presentano valori immobiliari inferiori a quelli di mercato sul territorio, in particolare dopo le edificazioni legate all’emergenza sismica e la ricostruzione post-sismica. Con l’avanzare della riforma catastale, lo scollamento tra valore fiscale e valore commerciale nelle frazioni, già rilevante, rischia di diventare insostenibile”.

Di qui la proposta di Daniele D’Angelo: “Richiedere, come consentito ai Comuni, il riconoscimento di cosiddette ‘microzone’ con rendite catastali ‘calmierate’, ovvero porzioni del territorio comunale omogenee per caratteristiche geografiche, urbanistiche, socioeconomiche e per dotazione di servizi e infrastrutture, soggette a una revisione del classamento catastale degli immobili privati in considerazione delle peculiarità territoriali. Sarebbe un modo importante e concreto per proteggere le frazioni dagli effetti di una ulteriore sperequazione fiscale che rischia di alimentare le difficoltà e lo spopolamento. Si tratta – conclude il consigliere – di un tema oggettivo che prescinde dai colori politici, sul quale auspico un’ampia convergenza in consiglio comunale”.

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