Il progetto nazionale divulgativo è finalizzato ad avvicinare i ragazzi alla genetica e alle biotecnologie.E’ ideato e realizzato da Sergio Pistoi e Andrea Vico che raccontano agli studenti l’aspetto più social della scienza
PESCARA – Sabato l’Auditorium dell’Istituto Nostra Signora di Pescara si è trasformato in un gigantesco laboratorio. Dalle 9.00 alle 12.00, due esperti giornalisti scientifici, Sergio Pistoi ed Andrea Vico, che stanno girano l´Italia in camper con l’iniziativa “Geni a bordo”, hanno vissuto un “incontro ravvicinato” con alunni, docenti e genitori.
L´obiettivo è quello di far conoscere in modo diretto, originale e divertente la genetica e le biotecnologie innovative ai giovani studenti.Protagonisti di una delle uniche due tappe abruzzesi di “Geni a bordo – la scienza viaggia in camper”, sono stati i ragazzi del quinquennio dei Liceo Scientifico e Linguistico dell’Istituto, la struttura ha ospitato anche le classi del Bernando Spaventa di Città Sant’Angelo.
Il progetto, organizzato in collaborazione con Farmindustria, interessa
La mattinata è trascorsa tra esperimenti live e filmati, i ragazzi sono stati liberi di intervenire attraverso domande e osservazioni o attraverso messaggi inviati tramite Whatsapp.
Sono state approfondite tematiche legate al Dna, molecola che unisce tutte le razze, sono stati illustrati i procedimenti attraverso i quali si effettuano i test sulla saliva e sul materiale organico. Poi si è passati alla eugenetica, attraverso l’esempio dello studio di geni sulla popolazione sarda, isolata e quindi più facilmente osservabile, e, ancora, ci si è soffermati sulla componente ambientale che agisce sui geni determinando la manifestazione o meno di alcuni caratteri.
“Il punto di partenza è il target, parlare ai giovani con il linguaggio dei giovani, interagire con loro attraverso i social e ascoltare le loro domande, che sono di gran lunga più interessanti e provocatorie di quelle degli adulti”, hanno spiegato Sergio Pistoi e Andrea Vico, ideatori dei progetto Geni a Bordo. “La caratteristica, che è anche il principale valore aggiunto di questo progetto rispetto ad altre iniziative scientifiche nelle scuole, è il fatto che noi non parliamo di scienza, a quella pensano i docenti ma raccontiamo la scienza che non si studia a scuola, in particolare la sua parte social e ancora più nel dettaglio la parte social della genetica”.
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