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Amate sfumature d’Abruzzo: un pensiero per la terra più bella

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Una cosa semplice tanto da essere irreale. Chiudere gli occhi per iniziare a guardare sognando, con immaginazione. Uno sguardo lungo una vita, una vita vissuta  su un filo sospeso nel nulla ma cosi forte che non si potrà mai spezzare. Uno sguardo che lascia cicatrici, lascia vuoti incolmabili ma al contempo fortifica ciò che è già qualcosa di indistruttibile. L’Abruzzo.

Per descrivere questo paradiso che non ha confini basta immaginare tre colori: il bianco, il verde e l’azzurro in ordine. Il bianco rappresenta la neve che imbianca il Gran Sasso e La Maiella che proteggono ogni forma di vita dalla cattiveria altrui, permettono di respirare aria pura senza che nessuna forza artificiale possa intervenire.

In basso c’è il verde delle colline e pianure, il verde dei prati e delle ampie coltivazioni, il verde dei vigneti, il verde che costeggia quei piccoli borghi che sembrano presepi in cui tutti i personaggi  sono importanti e non comparse. Perché qui non esistono comparse. Scendiamo ancora fino a che i nostri occhi non si incontrano con l’azzurro del mare degli eterni Trabocchi e confinante con una costa che si estende per chilometri fin che l’orizzonte non fonde cielo e mare in un sol corpo e una sola anima con il sole che illumina il sorriso di un bimbo che guarda estasiato.

Paesaggi forti per persone forti perché gli Abruzzesi non sono come tutti gli altri, non possono esserlo. Gli Abruzzesi sono tremendamente genuini e forti che in confronto il ferro sembra la gomma piuma. Gli Abruzzesi sono ospitali e non c’è avversità che possa abbatterli perché loro si rialzeranno sempre, come hanno sempre fatto dai tempi della guerra passando per il terremoto dell’Aquila. Nel vocabolario di un Abruzzese non esiste la parola “arrendersi”, non è contemplato qui, qui dove nessuna cosa viene lasciata al caso e nessun essere viene abbandonato. Mai.

I monti, le colline, i laghi, i fiumi e il mare sono ingredienti di un arcobaleno biologico che può esser riassunto in otto lettere; si perché qui la B si pronuncia doppia se non tripla. Terra dei lupi e  orsi ,simboli di forza e potenza, simboli di gente che non molla come gli allevatori che abitano le montagne. Terra di  pesci frizzanti e padroni del mare come i pescatori che ogni giorno vi  rischiano  la vita per portare “il pane a casa“ come si dice da queste parti.

Gente di mare, gente di montagna, gente di cuore in tutti i sensi. Gente che non ha paura del domani, gente che non ha paura del futuro, gente che non si piange addosso perché quando una lacrima scende dalla Bella Addormentata il sole la rapisce perché inizi l’alba di un nuovo giorno, di una nuova vita per tutti. La gente non può farlo perché indietro non  torna nemmeno per prendere la rincorsa e si piega  solo per girare  “li rrustelle” e bere la tanto amata genziana dopo un bel pranzo a base di pasta De Cecco e “pane onde”, il tutto innaffiato con un bel goccio di Montepulciano ,mentre si alza lo sguardo per cercare sorrisi in cielo e abbassarlo per vedere la montagna unirsi con il mare. E solo qui si può vedere uno spettacolo del genere.

Questa estate venite in Abruzzo, scopritelo in ogni sua sfaccettatura e ne rimarrete estasiati perché questa non è solo una terra, ma uno stato d’animo che prende il cuore e non lo lascia più.

Perché essere Abruzzesi oggi rende ancora  più orgogliosi nonostante tutto. Perché essere Abruzzesi è un marchio che rimane anche se si è lontani da casa e con un sguardo si cerca di ricordare luoghi, sapori e profumi che solo questa terra sa regalare. Perché  se Abruzzese tu non sei, capire tu non puoi.

Forza Abruzzo!

Pubblicato da
Alessio Evangelista

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