Amava dire “sono io il più bravo”. E bravo, comunque, lo fu davvero
PESCARA – Amedeo Aliberto Egildo PASSERI nacque a Pianella in via Municipale, il 6 gennaio del 1889, da Francesco (“calzolaio”) e Maria Vincenza Ferri (“donna di casa”). Sin da piccolo mostrò una straordinaria ed indiscutibile attitudine per le sette note. Questo indusse il padre ad affrontare qualsiasi sacrificio pur di consentirgli di studiare musica. Non c’era strumento che Amedeo non imparasse, nell’immediato, a fare suo e che, subito dopo, suonava con incredibile bravura ( la “cornetta” era la sua preferita). A dieci anni iniziò a comporre brani musicali. Insomma un vero “bambino prodigio”. Si cimentò, prima, con varie piccole bande locali e infine con quella di Pianella, il suo paese, “I Diavoli Rossi”. Ma quella maestria non poteva e non doveva rimanere soffocata dalla vita di provincia.
E allora a solo 17 anni decise di emigrare verso gli Stati Uniti. Arrivo ad “Ellis Island”, a bordo del “Lombardia”, nel 1906. Gli bastò poco in America per farsi conoscere ed apprezzare. Iniziò con il suonare in importanti bande e contestualmente dirigere bande “italiane”. Subito dopo gli arrivarono importanti proposte. Intorno a lui, abilissimo nel saper promuovere la sua immagine, nacque, ben presto, la leggenda del “più giovane e grande Maestro al Mondo”. Capelli lunghi, eccentrico, spaccone, amato dalle donne Amedeo Passeri amava dire “sono io il più bravo Direttore d’Orchestra”. Questo divise il pubblico in chi lo adorava e chi invece lo contestava. Ma il tempo in breve dimostrò, a tutti, che bravo lo era davvero e anche i critici e i giornali del tempo dovettero prenderne atto. Creò una sua propria Banda, la “Passeri and His Concert Band”, e con questa si esibì in tutti i più importanti teatri americani. Proponendo e valorizzando soprattutto la musica e le opere italiane. Il passo più importante lo fece, qualche anno dopo, promuovendo la nascita della “New York Grand Opera Company” di cui per lunghi anni fu Direttore. Ne fece una “Orchesta itinerante” che regolarmente faceva il “tutto esaurito”. Restano memorabili, in particolare, due date. La prima quando il 14 maggio del 1934 diresse la “Carmen” all’Acadeny of Music di Philadelphia. I biglietti erano già stati venduti da tempo e la polizia fu costretta a caricare la folla (erano arrivati anche da molto lontano) che, sprovvista dei tagliandi, voleva comunque entrare. Solo l’intervento di Amedeo Passeri, promise loro una immediata replica, vietò il peggio. La seconda a Boston ,il 14 settembre del 1939, quando al “Boston Opera House” per “La traviata”, da lui diretta, si registrò un incasso record. Poi Amedeo Passeri scoprì il Cinema, ne fu attratto e naturalmente ben remunerato e divenne direttore musicale per le più note case cinematografiche. Incise un’infinità di dischi e si dedicò all’insegnamento. Una curiosità che aiuta a capire il livello, anche economico, raggiunto da Amedeo Passeri: alla fine degli anni intentò contro un’impresario, per una serie di concerti mai pagati, una causa per una cifra di addirittura 200.000 dollari. Assai sensibile alla causa dei più deboli non disdegnò esibizioni gratuite. Dovrebbe essere morto nel 1970 in New Jersey.
(a cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)