PESCARA – Il Direttore generale dell’ARTA Mario Amicone è intervenuto ieri sul tema del taglio del vitalizio ed ha precisato:
stando all’articolo uscito sul Centro oggi dovrei restituire alla Regione ben 60mila euro per il vitalizio che mi è stato corrisposto dall’entrata in vigore della legge 40 del 2011. In realtà i “due conti” fatti dal giornalista sono sbagliati perché si tratta di 20mila euro, meno della metà.
Amicone aggiunge di non essere
affatto meravigliato dell’incontenibile voglia del Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano di pubblicizzare gli effetti di questa legge, come fosse una “perla legislativa” finalizzata unicamente al contenimento dei costi della politica. E’ in realtà una “legge canaglia” ad personam, contrattata e concordata tra il Capogruppo PDL Venturoni e la minoranza consiliare in cambio di una serie di emendamenti alla Finanziaria di luglio.
Una subdola manovra “trasversale” che dietro il nobile scopo del taglio dei costi della politica cela l’intento di indurmi alla dimissioni da Direttore dell’ARTA. Del resto non è un mistero che a qualcuno non è andata proprio giù la mia nomina e vorrebbe veder seduto al mio posto qualcun altro, da stipendiare quindi senza alcun risparmio effettivo per il bilancio regionale. Se così non fosse il Presidente Pagano spieghi allora come mai per tutti gli altri cumuli (indennità varie) e per l’eliminazione del vitalizio agli attuali consiglieri è stato fissata la decorrenza dalla prossima legislatura, mentre nel mio caso si è proceduto immediatamente al taglio del vitalizio con un’apposita interpretazione della normativa. E chiarisca anche, Pagano, per quale motivo non è stato legiferato il divieto di cumulo per altri incarichi pubblici conferiti dal Consiglio regionale e ugualmente fruitori di vitalizio. Leggendo l’articolo del Centro sembra che io stia percependo illegalmente l’indennità di ex consigliere e assessore regionale, quando invece è il Consiglio regionale ad aver impiegato “regolarmente” o “irregolarmente” 6 mesi, da agosto scorso, per decretarne la sospensione. Ma di questo qualcuno, non certo io, risponderà alla Corte dei Conti.
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