Incontro in via Milli per uno scambio di idee con la Commissione Provinciale
TERAMO – Un confronto sul lavoro da fare insieme, sul possibile scambio di esperienze. Ieri pomeriggio la Commissione Pari Opportunità dell’Ordine degli Architetti si è incontrata con la presidente della CPO provinciale, Tania Bonnici Castelli e con la consigliera Federica Vasanella. Per l’Ordine degli Architetti Paesaggisti Conservatori si tratta della prima esperienza di Commissione, presieduta, quest’ultima, da Ombretta Natali e composta da Angela Mascia, Laura Marini, Sabrina Romani, Tiziana Di Bonaventura, Rosita Di Mizio, Esmeralda Rucci, Alessandra Quaranta e Andrea Baldassarre.
“C’è molto dare fare, c’è da valorizzare l’approccio professionale delle donne nella programmazione e nella progettazione degli spazi e dei luoghi, nella riflessione sul futuro delle città: se le Commissioni pari opportunità sono utili nelle istituzioni lo sono ancor di più nei mondi professionali dove le disparità di trattamento economico o di carriera sono molto più tangibili. Fra i primi obiettivi quelli di far conoscere il ruolo svolto dalle donne architette nel primo 900 e di sollecitare la presenza delle donne nelle commissioni tecniche degli enti locali” hanno dichiarato Tania Castelli e Federica Vasanella.
(ORDINE DEGLI ARCHITETTI PPC E ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI TERAMO)
La Regione ricorre contro la sentenza del TAR Abruzzo che ha ribadito l’obbligo di rispetto del decreto parametri per i corrispettivi delle prestazioni tecniche.
Con ricorso presso il TAR Abruzzo gli Ordini degli Architetti PCC e degli Ingegneri della provincia di Teramo, con il supporto del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, sollevavano la questione relativa alla censura di violazione ed errata applicazione dell’art.24, comma 8, del Codice dei contratti pubblici, in particolare per quanto riguardava le percentuali previste dalle spese tecniche dalla Regione Abruzzo in merito alle opere del Masterplan.
Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell’accogliere il ricorso degli Ordini, sottolineava come l’art.24, comma 8, del d.lgs. n.50/2018 dimostri la manifesta volontà del Legislatore di stabilire uno standard dei compensi professionali “che sia garanzia di qualità delle prestazioni richieste ai professionisti intellettuali che progettano opere pubbliche”, disconoscendo decisamente la facoltà delle amministrazioni aggiudicatrici di fissare discrezionalmente il corrispettivo a base di gara delle prestazioni di progettazione e direzione dei lavori, perché questo “equivarrebbe a dare un’interpretazione abrogativa” della disposizione dell’art.24 del Codice dei contratti pubblici.
Veniva, quindi, ribadita l’obbligatorietà, per gli Enti, di applicare il cosidetto Decreto Parametri per stabilire i compensi per le prestazioni tecniche da porre a base di gara.
“Tale pronunciamento, in linea con le norme vigenti – sottolineano i presidenti degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri, Arch. Raffaele Di Marcello e Ing. Agreppino Valente – è soprattutto a tutela della qualità delle prestazioni professionali, e consiglierebbe, da parte di un Ente come la Regione, l’immediato adeguamento dei propri programmi proprio in tal senso”.
“Purtroppo – proseguono i presidenti – la Regione Abruzzo, con il ricorso al Consiglio di Stato, dimostra di non voler comprendere che le prestazioni tecniche vanno adeguatamente retribuite, mantenendo la posizione dell’ex Governatore che, in più occasioni, ha sottolineato il ruolo marginale che la pianificazione e la progettazione aveva, e continua ad avere, per il governo regionale, ora guidato dal vicepresidente Lolli”.
“Prendiamo atto – concludono Architetti e Ingegneri – di questa presa di posizione che ribadisce la scarsa considerazione degli organismi politici regionali verso una categoria di cittadini abruzzesi, quella dei tecnici, che molto ha dato per il bene comune, anche nelle situazioni emergenza che hanno caratterizzato gli ultimi anni; presa di posizione che, alla luce del prossimo appuntamento elettorale, ci dà già il quadro di quali sono gli orientametni di una certa parte politica chiudendo, di fatto, il confronto tra il Governo regionale uscente, e chi lo appoggia, e gli enti ordinistici professionali”.