SCANNO – In un libro, pubblicato da Historica / Giubilei Regnani, Salvatore Puglisi ha illustrato il progetto di un percorso turistico religioso che coinvolge 26 località accomunate dal culto per il patrono Sant’Egidio. Adesso entrano a farne parte anche i due comuni con i loro splendidi eremi.
Si allarga la rete dei comuni egidiani. Anche Scanno (L’Aquila) e Bojano (Campobasso) entrano a far parte dei “Cammini di Sant’Egidio”, il percorso di turismo religioso che collega le località accomunate dal culto per l’Abate di Saint-Gilles. A Scanno, infatti, vi è un eremo di Sant’Egidio, posto sul colle omonimo. E a Bojano esiste una piccola chiesa intitolata a Sant’Egidio, risalente al Medioevo, annessa a un rifugio di montagna sul massiccio del Matese.
L’idea di un percorso turistico attraverso i luoghi egidiani, sul modello del cammino di Santiago di Compostela o della via Francigena, è contenuta nel libro “I cammini di Sant’Egidio. Tra turismo religioso, pubblica amministrazione e cultura ecclesiale”, di Salvatore Puglisi, pubblicato dalla casa editrice romana Historica / Giubilei Regnani nella collana Saggistica.
Salvatore Puglisi (Catania, 1979), laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali, è un libero professionista da sempre attivo nel mondo dell’associazionismo. Dal 2017 è sindaco di Linguaglossa, in provincia di Catania.
Il suo libro descrive l’esperienza del progetto I Cammini di Sant’Egidio, che ha preso il via nel 2018 ed è tuttora in divenire. Il progetto si inquadra in una prospettiva storico-evolutiva sul turismo, dall’età antica ai nostri giorni. Il turismo, nel corso del Novecento, ha conosciuto una massificazione fordista prima e, in seguito, una scomposizione sempre maggiore in segmenti di nicchia caratterizzati da personalizzazione ed esclusività. Uno di questi segmenti è il viaggio per fede, declinato nelle forma del pellegrinaggio e del turismo religioso. L’autore, mettendo in risalto la molteplicità di attrattori e attrazioni presenti nel turismo spirituale, esprime la necessità di una maggiore collaborazione tra Stato e Chiesa, mirante a valorizzare il cosiddetto “patrimonio minore”, diffuso nei territori più lontani dai grandi centri religiosi. Da qui prende le mosse il progetto di un percorso turistico attraverso i luoghi egidiani.
Sant’Egidio, eremita del VII secolo, dalla natia Grecia si trasferì ad Arles (Francia), dove fondò un’abbazia. La sua figura di difensore dei deboli e degli oppressi in una società, come quella dell’Alto Medioevo caratterizzata dal privilegio e dalla sopraffazione, il rispetto per la natura e gli animali, ne fecero l’intercessore privilegiato per comunità piccole e insicure, nonché il patrono e protettore del bestiame, dei malati di lebbra e dei disabili. Il suo culto si diffuse in tutta Europa, dalla Francia all’Italia, dal Belgio all’Olanda. In Italia, in particolare, ben 26 comuni lo venerano come patrono.
Sono: Verrès (Aosta), Rubiana e San Gillio (Torino), Cona / Pegolotte (Venezia), Cavezzo (Modena), Gambettola (Forlì Cesena), Monte San Savino (Arezzo), Avigliano Umbro (Terni), Staffolo (Ancona), Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), Civitaquana (Pescara), Caprarola, Cellere e Orte (Viterbo), Mompeo (Rieti), Camerata Nuova, Filacciano, Rocca di Cave e Tolfa (Roma), Terelle (Frosinone), Frosolone (Isernia), Grottolella e Melito Irpino (Avellino), Altavilla Silentina (Salerno), Latronico (Potenza) e Linguaglossa (Catania).
Da qui l’idea di valorizzare questo legame invisibile, creando un cammino di fede e un percorso di turismo religioso: un progetto di lungo respiro e dalla forte identità, capace di attrarre i fedeli del Santo (italiani e stranieri) in un itinerario a tappe, da percorrere anche a piedi o in bici, capace di offrire bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, ma anche suggestioni folkloristiche, ascetiche e spirituali.
Un progetto nuovo ma dal cuore antico. Nuovo, perché nel quadro della ripresa turistica post-pandemia suggerisce mete inconsuete e poco affollate, immerse nella natura e in linea con le rinate esigenze di spiritualità. Antico, perché rimanda ai pellegrinaggi medievali sulle vie della fede, sul modello del cammino di Santiago di Compostela o della via Francigena; al culto millenario per l’Abate di Saint-Gilles e alle tradizioni dei territori. Innumerevoli le ricadute del progetto, dal recupero alla valorizzazione di beni culturali ed ecclesiastici e al ripopolamento di borghi e piccoli comuni grazie alla maggiore attrattività economica, dall’implementazione della coesione sociale alla possibilità di creare una massa critica per attrarre fondi comunitari, senza calcolare le implicazioni di natura religiosa, spirituale e immateriale.
Del volume “I cammini di Sant’Egidio” si parlerà anche nella puntata di “Due minuti, un libro” in onda il 17 dicembre (e in replica il 29 dicembre e l’11 gennaio) su La 6 Radio, Ondaradio, Radio Abruzzo Marche, Radio Magic Stereo e su oltre un centinaio di web radio ed emittenti radiofoniche in tutta Italia.
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