“La guerra in Ucraina – affermano il coordinatore D’Ercole e il vice coordinatore Finoro – è un evento che inevitabilmente segnerà la storia europea e le vite di tutti noi. Una nuova guerra in Europa è l’ultima cosa che avremmo voluto vedere proprio ora dopo due anni di sacrifici durissimi per i cittadini italiani ed abruzzesi a causa della pandemia da covid-19”.
“La maggior parte di noi, giovani amministratori d’Abruzzo – proseguono i due amministratori – è nata dopo il crollo del muro di Berlino, quindi è estranea a queste logiche del passato che mettono in pericolo i diritti fondamentali dell’uomo per interessi puramente politici. Noi, che siamo sempre a contatto con le persone quindi abituati a mediare fra i diversi interessi dei cittadini, sosteniamo la diplomazia come metodo di risoluzione dei conflitti”.
“Come Anci Giovani Abruzzo e come amministratori – concludono D’Ercole e Finoro – siamo pronti ad accogliere e promuovere l’accoglienza dei rifugiati all’interno delle nostre comunità nel momento in cui ce ne sarà bisogno”.
I comuni abruzzesi si preparano ad accogliere i profughi ucraini. Il Presidente Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto dichiara che l’Associazione si farà parte attiva per creare una rete tra tutti i comuni abruzzesi, dove la comunità ucraina è presente con numeri importanti, al fine di creare un sistema organizzato di accoglienza.
Invitiamo a promuovere l’apertura di uno sportello sociale per la pace “Solidarietà con l’Ucraina”, per raccogliere le disponibilità per ospitalità di privati da mettere in campo, in collaborazione con i comuni e ad organizzare una raccolta di cibi a lunga conservazione, medicine e beni di prima necessità da inviare in Ucraina, in raccordo con i canali umanitari che si stanno attivando anche tramite la Protezione Civile nazionale.
“L’Italia, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione, ripudia la guerra – dichiara il Presidente D’Alberto – ed è proprio nella scelta della parola ripudiare da parte dei padri costituenti che dobbiamo ripartire. Non è un semplice rifiuto, è qualcosa di più forte. E’ il frutto del dramma delle due guerre mondiali, che hanno mietuto vittime soprattutto in Europa, e dalle quali è nata l’Europa che conosciamo oggi. Un’Europa nata per la pace, nello spirito di una collaborazione tra i popoli che permettesse di superare frammentazioni, disuguaglianze, differenze e che oggi più che mai dobbiamo ritrovare. Perché il rischio è che al cessate il fuoco, che ci auguriamo possa avvenire oggi, non corrisponda una vera pacificazione. Nel chiedere un ritorno immediato alla pace e la ripresa della strada del dialogo e della diplomazia ci prepariamo nel frattempo ad accogliere i profughi, che fuggono da morte e distruzione”.
“I Sindaci, anche in questa emergenza, saranno in prima linea – per una rete regionale di accoglienza e sostegno ai cittadini ucraini in fuga dalla guerra”.
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