REGIONE – Primo Di Nicola, giornalista e scrittore, e Giovanna Di Lello, direttrice artistica del John Fante Festival, sono stati ospiti dal 42esimo incontro di “Un libro, il dialogo, la politica”, la rubrica curata da Michele Fina. Al centro del dialogo “Annacuccù” (Castelvecchi), romanzo scritto da Di Nicola, che ne ha raccontato la genesi: “Non esiste un momento preciso in cui viene partorita l’idea di un romanzo, è piuttosto qualcosa che si sente dentro. Ho iniziato a lavorarci nel 2011, continuando nello stesso tempo a fare il mestiere di giornalista, avvertendo come sempre la diversità rispetto a quello dello scrittore”. Il libro è stato concluso alla fine del 2017, l’imminente inizio dell’esperienza da senatore ha spinto Di Nicola a rimandarne la pubblicazione. L’impulso finale è arrivato nel corso della difficile prima fase della pandemia.
Il protagonista e narratore è Cosmo, un bambino che frequenta la quinta elementare. Perciò, ha notato Fina, diventa fondamentale la questione del linguaggio: “Si nota una certa destrutturazione della narrazione, accompagnata da molti dialoghi. Siamo in un’area interna italiana, in un contesto in cui il sindaco del paese si rende protagonista di molti soprusi e nessuno di fatto riesce a frapporsi tra questi e la vita delle persone”.
L’autore ha confermato la centralità del linguaggio, “non è neutro, può diventare uno strumento di potere e per questo conquistarlo, come fa Cosmo, è importante. Saranno i bambini che riscatteranno la comunità facendo ciò che è necessario con la naturalità degli adolescenti”. Di Nicola ha anche rimarcato la sfida di scrivere una storia che va contro, con uno stile che letteralmente mostra fatti e personaggi, le richieste attualmente dettate dal mercato, più orientate alla prospettiva della trasposizione cinematografica.
Di Lello ha sottolineato i pregi di questo approccio: “E’ attraverso la scrittura che Cosmo, il protagonista, definisce il suo mondo. E’ questo che trascina il lettore: grazie alla scrittura, strumento di comprensione, arriva a ribellarsi. Il messaggio è anche quello di non farsi manipolare dalla cultura”, quella detenuta dall’autorità.
Nel corso del dialogo si è anche parlato del John Fante Festival, di cui Di Lello è direttrice artistica. Quella dello scorso anno è stata la quindicesima edizione, si svolge a Torricella Peligna, luogo di origine del padre dello scrittore italoamericano. “E’ un festival di resistenza – ha detto la direttrice artistica – si svolge in un Comune di 1400 abitanti, con pochi fondi, che in 15 anni è riuscito comunque a costruire un percorso interessante. Avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte delle istituzioni”.