Il giovane Antonio Diomede mostrò da subito un carattere forte ed ambizioso e non accettò mai di dover, per tutta la vita, piegarsi al duro e sottomesso lavoro della campagna. A scuola si mostrò assai capace nell’apprendimento. Nel 1905 papà Liborio decise di cercare fortuna oltreoceano e giunto lì fece ogni tipo di lavoro per riuscire a creare le premesse di portare tutta la sua famiglia nell’Illinois. Dopo due anni fu in grado di pagare il biglietto a tutti i suoi cari. Così quando Antonio Diomede ha 17 anni, nel 1907, insieme alla mamma e alle due sorelle, Maria Gaetana e Filomena, lasciò la sua Scontrone per raggiungere a bordo della nave tedesca “Moltke” gli Stati Uniti. Qui non impiegò molto ad assuefarsi e trovò subito lavoro. La sera studiava la nuova lingua e leggeva tutto ciò che gli capitava.
La Prima Guerra Mondiale con l’intervento degli Stati Uniti, nel 1917, gli cambiò la vita. Venne inviato in Francia con la Seconda Divisione Battaglione “E” 15° Artiglieria. Il coraggio del ragazzo abruzzese divenne proverbiale e il suo comandante dopo alcune sue riuscite imprese lo volle “Sergente”. Venne anche ferito e riuscì in varie azioni a procurare gravi danni all’esercito nemico. Per tutto questo gli verranno assegnati tre prestigiosi riconoscimenti militari: la “Silver Star” (la «Stella d’argento» terza più alta decorazione al valor militare conferita per atti d’eroismo in azione contro un nemico), la “Oak leaf cluster” e la “Purple Heart” decorazione assegnata in nome del Presidente a coloro che sono stati feriti o uccisi mentre servivano gli Stati Uniti . Insomma il giovane di Scontrone divenne un piccolo eroe e le sue gesta finirono anche sui giornali del tempo. Ma quello che lo renderà famoso sarà il suo “Diario di Guerra” che lui aggiornava puntualmente ogni giorno ed in ogni situazione. Il suo diario, una volta tornato in America, divenne anche un libro “E Battery goes to war” che racconterà agli americani meglio di ogni altra cosa quelle drammatiche giornate di guerra. Su ogni libro che parlerà della Prima Guerra Mondiale non mancherà, quasi mai, un riferimento ai suoi appunti. Lo stesso cinema, saranno innumerevoli i film sul quel periodo, utilizzerà Anthony D. (oramai è questo il suo nome) come prezioso testimone e consigliere. E questo anche per il celeberrimo “Il Sergente York” ( due Oscar), del 1941, con Gary Cooper. Tornato dalla guerra Anthony D. sposò Domenica Emily Melino dalla quale ebbe una figlia Marion. Rimase nell’esercito e ne divenne Maggiore. Mantenne sempre un amorevole rapporto con le due sorelle e con le loro famiglie. Morì il 12 settembre del 1965 a San Francisco.
(a cura di Geremia Mancini, Presidente onorario dell’Associazione Ambasciatori della fame)
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