PESCARA – L’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli, replicando alle affermazioni dell’architetto Tommaso Di Biase in merito al Piano Particolareggiato 7 adottato dalla giunta comunale , ha detto che le temperature elevate fanno evidentemente sognare l’ex assessore Di Biase che parla di progetti urbanistici di cui non vi è mai stata traccia in Comune, a partire dal Piano Particolareggiato 7. Per Antonelli si tratta di interventi che forse erano solo stati ‘pensati’ e mai stesi nero su bianco sulla carta, tanto che anche gli Uffici tecnici comunali, gli stessi che oggi per la prima volta hanno redatto il Pp7, sono all’oscuro dei progetti di Di Biase.Inoltre se l’architetto avesse letto le carte dell’amministrazione comunale si sarebbe accorto che lo spazio destinato a una scuola o all’istruzione è stato individuato nell’ambito dei 19 ettari e mezzo di superficie interessati dal Piano, compresi tra strada comunale Piana e via Rio Sparto e non si esclude la possibilità di prevedere nell’area una Caserma per i Vigili del Fuoco nell’ambito delle aree destinate a servizi.
Ha sottolineato Antonelli:
il Pp7 adottato è stato valutato da tutti, compresi gli Ordini professionali, in modo assolutamente positivo perché c’è nel Piano la scelta strategica di coniugare l’esigenza di dotare la città di una maggiore quota di verde con quella di garantire lo sviluppo della mobilità sostenibile e le aree di cessione a favore del Comune, ossia del pubblico, sono pari ai due terzi di quelle previste nel Piano, ossia oltre il 60 per cento. Lo spazio per la scuola è stato regolarmente individuato e sicuramente quello che non manca è proprio lo spazio destinato ad accogliere i servizi che non escludono la possibilità di individuare un’area per la Caserma dei Vigili del Fuoco, decisioni che evidentemente verranno assunte nella fase realizzativa del Piano quando la città verificherà di cosa ha maggiormente bisogno. Ma queste cose l’ex assessore Di Biase deve saperle per forza essendo un’urbanista. Da lui, piuttosto, ci saremmo aspettati qualche parola circa i disastri che ci ha lasciato nel settore dopo sei anni di governo, come una variante delle invarianti che ha vincolato mezza città senza prevedere alcun piano di sviluppo del territorio; sei anni di governo in cui non è stato adottato un solo Piano Particolareggiato, ma oggi contesta chi sta facendo ciò che lui non è stato in grado di fare; in sei anni ci ha lasciato norme cervellotiche all’interno delle Norme Tecniche d’attuazione che creano problemi di interpretazione costanti agli uffici tecnici e agli stessi professionisti; e poi quegli accordi di programma capestro che ci hanno impegnato per mesi nella necessità di rivisitarli per garantire quelle opere pubbliche non tutelate dalla norma urbanistica fatta approvare, e penso all’accordo di programma delle Torri Camuzzi, dove l’ex assessore aveva accettato la realizzazione di parcheggi lungo l’argine del fiume, in area demaniale, senza neanche verificarne l’effettiva fattibilità e le relative autorizzazioni, tutte infatti puntualmente negate, obbligandoci a dirottare sul rifacimento delle strade le somme previste; ma penso anche alla vicenda dell’accordo di via Misticoni. La verità è che dopo vent’anni Pescara ha adottato i Piani Particolareggiati, un atto fondamentale che rende concretamente la nostra visione di città, bella, utile, vivace, dotata di servizi e tesa verso lo sviluppo ecosostenibile e parliamo di Piani che mai nessuno prima d’ora è stato in grado di dare al territorio, neanche l’attivissimo governo dell’ex assessore Di Biase. Sicuramente la nostra visione di città è diversa, se non opposta, a quella dell’ex assessore, e questo è accettabile, ma di sicuro ci sembra quantomeno paradossale e inopportuno che Di Biase salga sul pulpito per dare lezioni di urbanistica su quelle iniziative che egli stesso non ha saputo realizzare, è un po’ come la favola della volpe e dell’uva acerba. Ed è paradossale che addirittura Di Biase racconti di aver lasciato un Piano Particolareggiato 7 di cui non v’è traccia negli uffici , un Piano di cui neanche gli stessi dirigenti e funzionari, come l’architetto Piergiorgio D’Angelo che ha materialmente redatto il Pp7, dipendente del Comune e da sempre assegnato all’Ufficio urbanistica, sanno nulla. A questo punto attendiamo un sms o una mail dall’architetto Di Biase per sapere in quale cassetto ritiene di aver lasciato quel Piano di cui non abbiamo trovato traccia, ma non vorremmo trovarci, per l’ennesima volta, dinanzi a un’espressione di sole intenzioni rimaste nella mente dell’architetto e mai tradotte in atti formali o in disegni sulla carta, com’è già accaduto in precedenza.