Il caporalmaggiore abruzzese che, seppure accecato, continuò a guidare ugualmente i suoi uomini all’attacco della trincea nemica. Era nato a Sant’Eusanio del Sangro nel 1916
SANT’EUSANIO DEL SANGRO – Antonio Sciorilli è nato a Sant’Eusanio del Sangro (CH), il 17 giugno 1916, da Nicolò (di famiglia contadina – nacque il 9 marzo del 1883 a Sant’Eusanio del Sangro da Felice e Vincenza Rosato) e da Giulietta De Vitis. I suoi genitori si erano sposati a Lanciano il 24 maggio del 1905. Antonio prestò il servizio di leva, nel 1937, a Cuneo. Nel giugno del 1940 fu richiamato ed assegnato al 36° battaglione. Promosso caporal maggiore e nominato caposquadra fucilieri fu mandato a combattere la “campagna italiana di Russia”. Otterrà la Medaglia d’Ora al Valor Militare (da vivente) con questa motivazione: “ Caporal maggiore, 80° reggimento fanteria. Campagne di guerra: 1940-43. Medaglia d’oro al v. m. (d. I. 28 giugno 1945): «Comandante di squadra fucilieri rinforzata costituitasi in caposaldo, pressato da forze preponderanti, riusciva, con ripetute ardite azioni all’arma bianca a rintuzzare l’aggressività nemica. Gravemente menomato da ferita al viso, che ne pregiudicava seriamente le facoltà visive, rifiutava ogni soccorso e alla testa dei suoi indomiti fanti, conteneva, con violento contrassalto il rinnovato impeto avversario ai bordi del caposaldo. Nuovamente attaccato, sicuro di non poter ricevere aiuto di sorta, fidava ancora una volta sulle sue residue forze e sull’ardore dei suoi valorosi, che trascinava in impari lotta corpo a corpo. Esausto e quasi sopraffatto, rientrava nelle postazioni dalle quali, con stoica fermezza, alimentava la strenua resistenza. Rimasto cieco, i compagni edificati dall’eroico contegno, lo sottraevano tra inenarrabili sacrifici alla furia nemica. Esemplare per cosciente valore e singolare spirito di dedizione al dovere. – Don – Nord di Getreide (Russia), 16 dicembre 1942».
Un giornalista così descrisse l’atto eroico: “Dal “berretto frigio” l’ala sinistra della Pasubio ripiegava lentamente verso Getreide. A nord di questo paese, il caporalmaggiore abruzzese Antonio Sciorilli, che da ore respingeva con sortite alla baionetta gli attacchi alla sua postazione difesa da una squadra di fucilieri, vedeva nella pianura le colonne russe, i carri armati avanzanti a scacchiera, le fontane di nevischio innalzate dai proiettili, tutto attraverso un velo di fuoco. Il ghiaccio che, formato dall’alito, gli imperlava le sopracciglia e il labbro, s’arrossava di sangue. Sentiva la faccia sgranarsi per ferite che non riusciva più a localizzare. La scena dinanzi a lui cominciò ad oscurarsi, diventò una distesa d’ombra schiarita qua e là dai bagliori delle esplosioni e formicolante al margine inferiore d’altre ombre appena più scure: la fanteria che tornava all’attacco. Quando comprese, scattò fuori dalla postazione, e i suoi lo seguirono all’assalto. Sciorilli avanzava sui russi zigzagando, inciampando, sparando di traverso, i suoi lo tallonavano avvertendo qualcosa d’ancor più mostruoso dello scontro all’arma bianca, ma non s’erano accorti di star seguendo un cieco”.
Antonio Sciorilli fu presidente della Sezione di Roma dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e componente della Commissione Esecutiva dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”