Per alcuni aspetti, come facilitare alle donne le richieste di aiuto e l’approccio con i servizi, le nuove circostanze hanno dato un impulso positivo all’individuazione di strumenti nuovi come l’APP YouPoll (con immediato effetto anche probatorio) e altri strumenti digitali che facilitano la richiesta d’aiuto (La Fenice ora è anche raggiungibile attraverso semplice messaggio Wapp).
Rimane da sciogliere, secondo Centri Antiviolenza, una questione centrale ed è quella della necessità di disporre di alloggi alternativi e temporanei stante le limitazioni di ingresso in quelle esistenti imposte dall’emergenza CIVID.
Il Centro Antiviolenza dell’Aquila “La Libellula e casa Rifugio” di Sulmona”, “Alpha” di Chieti; “Non sei sola” di Ortona; “La Fenice” di Teramo, la “Casa delle donne” della Marsica, “Ananke” di Pescara, “Donne.é” di Ortona, “Donna attiva” di Vasto e “Dafne” di Lanciano quindi, hanno sottoscritto un appello alla Regione Abruzzo indirizzandolo al Presidente, all’Assessorato alla sanità, a quello delle Politiche sociali, al Dipartimento Lavoro –Sociale della Regione Abruzzo Servizio Politiche per il Benessere sociale, alle quattro Prefetture abruzzesi.
Partendo dal fatto che con Decreto del 4 aprile il Ministro per le Pari Opportunità ha disposto l’iter straordinario per l’erogazione alle Regioni dei fondi relativi all’annualità 2019 “stabilendo che quota parte di essi possano essere utilizzati per le esigenze emerse in questa fase emergenziale in particolare per il funzionamento delle citate “strutture d’accoglienza alternative e temporanee” i Centri chiedono:
Inoltre, i Centri, hanno scritto alle Procure e ai Tribunali sottolineando l’opportunità di fare ricorso, come via prioritaria sempre preferibile, all’allontanamento dalla casa familiare del maltrattante.
“Come tutte le fasi emergenziali, e questa del COVID è la più grave dal dopoguerra in poi, si rintracciamo elementi di accelerazione che comportano cambiamenti – commenta la consigliera provinciale al sociale e alle pari opportunità, Beta Costantini- in queste settimane si è riflettuto e lavorato molto sui servizi antiviolenza: l’appello della Provincia sui fondi e sulle soluzioni alternative, non è caduto nel vuoto. E’ stato condiviso, elaborato e implementato dalla rete dei Centri Antiviolenza abruzzesi. Un risultato molto positivo. Così come leggiamo dalla cronaca di questi giorni i casi di allontanamento del maltrattante sono una realtà e mi auguro che questi provvedimenti diventino la norma ogni volta che è possibile lasciando il nucleo familiare, già traumatizzato, nella propria casa”.
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