A tessere il canovaccio Ugo Pagliai, senza discussione uno dei più grandi attori italiani, parte integrante della storia della nostra cultura. Pioniere delle serie e dei film televisivi raggiunse grande popolarità nazionale negli anni settanta come protagonista di diversi sceneggiati. Ma il suo “luogo” privilegiato resta palcoscenico, dove ha dato vita ad infiniti personaggi e animato i versi dei grandi poeti, oltre a firmare la direzione artistica di prestigiose stagioni di prosa.
Diplomatosi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, fece parte della compagnia Randone – Fortunato e della compagnia “I Nuovi”, e poi dello Stabile di Genova, lo Stabile di Roma e lo Stabile dell’Aquila. Di premi, nella sua lunga carriera ne ha collezionati tantissimi, e tutti di immane prestigio. In quest’ultima produzione Pagliai reciterà versi di Borges, Cortazar, Salas e Campana, mentre I Solisti Aquilani si esibiranno in un repertorio che propone brani di compositori argentini e che hanno fatto la storia della musica, e non solo. L’apertura è affidata a Sergio Calligaris con Toccata, adagio e fuga per archi, dai forti contrasti ritmici e dinamici e di inusitata drammaticità.
Seguono due brani di Astor Piazzolla, considerato tra i più importanti musicisti di tango della seconda metà del ventesimo secolo. Uno straordinario genio musicale che ha saputo rivoluzionare ciò che in Argentina è considerato intoccabile ossia il tango e la musica del tango, come ci testimoniano i due brani in esecuzione Oblivion per violino e archi e Libertango per violino e archi. Gran finale il Concerto grosso per violino, clavicembalo e archi di Bacalov, straordinario rock-sinfonico che negli anni ’70 portò al successo i due album “Concerto Grosso per i New Trolls”, perfetta fusione della musica barocca con quel “rock progressive” italiano che in quegli anni vide i New Trolls scalare ripetutamente le vette della Hit parade. La narrazione, dopo la musica e le parole, fa ricorso alle immagini. Quelle di Lucia Baldini ( che sarà presente al concerto). La fotografa ha un lungo percorso di collaborazioni con festival e compagnie di teatro e danza, in particolare per oltre 12 anni con Carla Fraccii. L’incontro con Carlo Mazzacurati la introduce anche nel mondo del cinema.
Crea video-installazioni e sperimenta con supporti e materiali diversi. Ha esposto suoi lavori in Italia e all’estero e alcune sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. Si lascia coinvolgere, negli anni, dalla cultura del tango argentino che la porta a realizzare quattro libri fotografici che sono insieme diario di viaggio; guida sentimentale; romanzo fotografico.”Dire Buenos Aires è come dire tango. Ma dire Buenos Aires è anche come dire: Evita; o: Borges; o: cielo immenso sopra una metropoli immensa, immigrazione italiana e concrezione di dialetti in una lingua immaginaria – il lunfardo. E, ancora, dire Buenos Aires è come dire: golpe, esilio, desaparecidos, quartieri della miseria, scandali politici ed inflazione galoppante.
Ad ognuna di queste parole la città presta la propria faccia: interpreta la parte che le è stata assegnata e poi, ancora, cambia di nuovo”.
In collaborazione con l’Associazione culturale L’Idea di Clèves. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà all’Auditorium del Parco.
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