Uno studio della Cna rivela un saldo positivo rispetto al 2009, bene L’Aquila e Pescara, giù le altre due province
PESCARA – Una ricerca del centro studi della Cna abruzzese realizzato su dati di Movimprese, il sistema informatico delle Camere di commercio,ha rivelato che tra gennaio e giugno è tornato ad essere positivo, nella nostra regione, il segno tra iscrizioni e cancellazioni delle piccole imprese all’Albo dell’artigianato:
+54 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, frutto della differenza tra 1.727 iscrizioni e 1.673 cancellazioni. Si tratta di una inversione di tendenza anche rispetto ai due semestri degli anni precedenti, visto che nel 2008 si era registrata una caduta di 127 unità, e addirittura di 406 nel 2009.
Tornano dunque a crescere nel primo semestre del 2010 le imprese artigiane abruzzesi, nonostante un andamento a due velocità tra le quattro province: bene L’Aquila e Pescara, male Teramo, peggio ancora Chieti.
Decisivo il boom di iscrizioni legato alle conseguenze del sisma che nel 2009 ha colpito il territorio aquilano. Per quanto possa apparire un paradosso, è proprio nella provincia segnata dalle ferite più profonde provocate dal terremoto, infatti, che si registra l’impennata più decisa nel saldo tra iscrizioni e cancellazioni, con un incremento di 116 unità: una cifra che colloca addirittura l’Aquilano al 1° posto della graduatoria nazionale. A determinare l’aumento, e non poteva essere altrimenti, è il settore delle costruzioni (+154), mentre flettono attività come le manifatturiere (-20) o la riparazione di auto e prodotti della casa (-11).
Con L’Aquila, segno positivo nei primi sei mesi dell’anno, anche nel Pescarese.Spiega lo studio elaborato da Aldo Ronci per la confederazione artigiana presieduta da Italo Lupo:
la provincia adriatica ha infatti segnato un incremento (+54 unità) che le vale il 4° posto assoluto della graduatoria nazionale, ma che è frutto in particolare della crescita dei servizi (+31), delle attività di costruzione (+26) e del manifatturiero (+10).
Per due territori che crescono, altri due , al contrario , mostrano segni marcati di sofferenza, confermando un andamento a “macchia di leopardo” del sistema Abruzzo. Accade a Teramo, dove si registra una caduta di 46 unità tra iscrizioni e cancellazioni delle piccole imprese (comunque più bassa di quanto accaduto nell’analogo periodo del 2009, quando toccò quota 164, ma dove a fare sensazione è oggi la flessione del settore delle micro-imprese di costruzioni con un saldo negativo di -22). Va peggio decisamente, infine, nella provincia a più alto tasso di industrializzazione d’Abruzzo, quella di Chieti: il barometro di Movimpresa segnala infatti tempesta, con un saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni di 70 unità, con “ferite” vistose nell’area delle costruzioni (-22), del manifatturiero (-31), delle attività legate all’agricoltura (-19) e dei servizi (-12).
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