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Assemblea Upi a Parma, Frangioni: “Nell’agenda del Governo la riforma del Testo Unico”

da Redazione

frangioni e gelmini

PARMA – Scusate ci siamo sbagliati. Questo il messaggio corale che arriva dagli ospiti politici, dagli uomini e dalle donne di governo di qualsiasi colore, all’Assemblea Upi che si è svolta ieri a Parma; l’ultima prima delle elezioni di secondo livello in programma il 18 dicembre. Un passo indietro, o un passo avanti, rispetto ad un vulnus amministrativo, legislativo e finanziario che si è creato nella filiera istituzionale dopo la bocciatura della riforma Costituzionale “Renzi-Boschi” del 2016 che prevedeva l’abolizione delle Province. In tanti ieri, a Parma, hanno parlato di “assemblea costituente” delle Province.

“Tornare alle Province: riforme e risorse per la sfida della ripresa. Modelli e progetti per le “Case dei Comuni”. Questo il titolo dell’Assembela dei Presidenti di Provincia nell’ambito della XXXVIII Assemblea Annuale ANCI, che ha visto, fra gli altri, l’intervento del Ministro degli Affari regionali e delle autonomie Maria Stella Gelmini.

“Un punto di svolta rispetto al passato, oggi nessuno si nasconde più dietro un dito – sottolinea il vicepresidente Luca Frangioni che ha partecipato ai lavori delegato dal presidente Di Bonaventura – in questi anni non si sono fermate le Province ma i servizi, i lavori, le manutenzioni assicurati con fatica, in maniera insufficiente e inefficace. Restituire autonomia finanziaria alle Province, così come stabilisce la Costituzione, restituire un ruolo istituzionale agli assessori che oggi lavorano senza status giuridico amministrativo e a titolo gratuito e volontario, ricollocare i servizi di area vasta soprattutto in campo ambientale in capo all’unico ente sovracomunale facendo chiarezza rispetto allo spezzatino di funzioni oggi distribuite ad agenzie che non sono mai riuscite a decollare. Questi i temi al centro della proposta di riforma degli enti locali all’attenzione di Draghi. Sulla carta sono tutti d’accordo speriamo che alle parole seguano le decisioni politiche perchè le scadenze che il Governo ha posto per i progetti per realizzare il PNRR e per spendere i finanziamenti non sono affatto congruenti con i nostri enti spogliati di personale”.

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