CHIETI – L’Assessore alle Politiche Sociali, Emilia De Matteo, e la Presidente del Centro Antiviolenza Alpha, Marialaura Di Loreto, comunicano che il Centro Antiviolenza Alpha Comunale, nonostante l’emergenza sanitaria in atto, non ha sospeso le proprie attività e continua ad essere vicino alle donne vittime di violenza.
Nel rispetto dell’applicazione delle norme contenute nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e di tutti gli altri provvedimenti adottati nel corso dell’emergenza epidemiologica Covid-19 le modalità del servizio saranno garantite attraverso il call center nazionale – numero 1522 –.
Le donne che hanno necessità di mettersi in contatto con le professioniste del Centro Antiviolenza del Comune di Chieti possono farlo:
Qualora si avvertisse una situazione di rischio per sé o i propri figli e il cellulare fosse controllato dal maltrattante, bisogna contattare le Forze dell’Ordine ai numeri telefonici di emergenza 112 e 113.
«La violenza domestica non è ‘un’emergenza nell’emergenza’ – specifica la presidente del Centro Antiviolenza Alpha, Di Loreto – la violenza, purtroppo, è un fenomeno quotidiano e diffuso, ecco perché il nostro servizio, nonostante il grande momento di difficoltà a causa della diffusione del Coronavirus, resta attivo, come sempre, per le donne che ne hanno bisogno. Chiamare il numero di emergenza è fondamentale anche per assumere semplici informazioni che possono salvare la vita, soprattutto per quelle donne che, costrette a rimanere nelle proprie abitazioni, vivono situazioni di maltrattamento da parte del partner o da parte di familiari. Alcuni segnali che aiutano a comprendere meglio la situazione che si vive: se si viene minacciate di violenza o morte, se i figli vengono intimiditi, se il partner prende a calci o a pugni porte e finestre, beve, si droga, giustifica e minimizza la sua violenza, è possessivo o intensifica la sua collera – spiega la Presidente Di Loreto – siamo in presenza di elementi molto preoccupanti ai quali bisogna prestare attenzione perché indicano situazioni di grave rischio di salute fisica e psichica che, di certo, non diminuiscono con la condizione di domicilio forzato di questi giorni».
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