Associazione Fontevecchia a Spoltore:la Festa di San Giovanni

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SPOLTORE (PE) – Nella campagne di Spoltore si sono svolte, come ogni anno, le celebrazioni in onore di San Giovanni Battista organizzate dall’Associazione Fontevecchia. La manifestazione ha riprodotto esattamente i rituali che si tenevano fino a pochi decenni fa. Ad aprire i lavori per la notte solstiziale è stata l’antropologa Maria Concetta Nicolai che ha illustrato la nascita della tradizione del San Giovanni, l’archetipo dell’acqua e il mito del fiume Giordano, la rinascita con il mito del sole ed il comparaggio di fiore, rapporto che anticamente era tenuto in considerazione addirittura più della parentela tanto che ancor oggi, i più anziani del borgo ricevono in visita, esclusivamente il giorno di San Giovanni, i “compari di giglio”.

La manifestazione è proseguita in un campo messo a disposizione dall’Associazione Fontevecchia dove erano sistemati gli sterpi da bruciare, raccolti nei mesi passati, secondo la ritualità del San Giovanni Battista autentico, contadino e millenario. Giunti sul posto sono state recitate le preghiere e le litanie di San Giovanni e poi si è proceduto a bruciare gli sterpi con i presenti che hanno assistito alle fiamme che si alzavano verso il cielo stellato in silenzio. Quando le fiamme si sono abbassate, come da tradizione, chi ha voluto, è saltato sul fuoco mentre
altri hanno atteso che il falò si spegnesse per segnarsi la fronte con le ceneri in segno di augurio e per scacciare mali e negatività

. La serata è proseguita con la raccolta delle noci per preparare il liquore nocino che si consumerà il prossimo anno e con l’agape tradizionale, costituita da pane con olio d’oliva e lonza, pizzelle, dolce di mele e cerasuolo offerto gratuitamente dalle brigantesse di Fontevecchia.

“L’idea è quella che da alcuni anni a questa parte anima tutte i nostri eventi – spiegano i responsabili di Fontevecchia – ovvero restituire la giusta dimensione, che è quella contadina, alle manifestazioni che ci arrivano dai nostri avi.

Dunque nessuna contaminazione o, peggio, aggiornamento, ma esclusivamente fedeltà alla tradizione millenaria così come viene raccontata dai nostri anziani facendo tesoro del prezioso lavoro di studio e ricerca svolto dalla professoressa Maria Concetta Nicolai”.

Alle prime luci dell’alba sono state raccolte le erbe per confezionare il classico ramajetto e ci si è bagnati con la rugiada scesa sull’erba dei campi per quello che la storia dei nostri avi ci tramanda come il battesimo della rinascita del Natale d’estate.

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