La manifestazione è proseguita in un campo messo a disposizione dall’Associazione Fontevecchia dove erano sistemati gli sterpi da bruciare, raccolti nei mesi passati, secondo la ritualità del San Giovanni Battista autentico, contadino e millenario. Giunti sul posto sono state recitate le preghiere e le litanie di San Giovanni e poi si è proceduto a bruciare gli sterpi con i presenti che hanno assistito alle fiamme che si alzavano verso il cielo stellato in silenzio. Quando le fiamme si sono abbassate, come da tradizione, chi ha voluto, è saltato sul fuoco mentre
altri hanno atteso che il falò si spegnesse per segnarsi la fronte con le ceneri in segno di augurio e per scacciare mali e negatività
. La serata è proseguita con la raccolta delle noci per preparare il liquore nocino che si consumerà il prossimo anno e con l’agape tradizionale, costituita da pane con olio d’oliva e lonza, pizzelle, dolce di mele e cerasuolo offerto gratuitamente dalle brigantesse di Fontevecchia.
“L’idea è quella che da alcuni anni a questa parte anima tutte i nostri eventi – spiegano i responsabil
Dunque nessuna contaminazione o, peggio, aggiornamento, ma esclusivamente fedeltà alla tradizione millenaria così come viene raccontata dai nostri anziani facendo tesoro del prezioso lavoro di studio e ricerca svolto dalla professoressa Maria Concetta Nicolai”.
Alle prime luci dell’alba sono state raccolte le erbe per confezionare il classico ramajetto e ci si è bagnati con la rugiada scesa sull’erba dei campi per quello che la storia dei nostri avi ci tramanda come il battesimo della rinascita del Natale d’estate.
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter