L’Associazione Fontevecchia ha riproposto con successo la terza edizione : due giornate per riscoprire la storia di San Giovanni e il rito del ‘ramajetto’
SPOLTORE (PE) – Ben 54 coppie di amici hanno voluto rivivere, nella notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, l’antico rito dello scambio del Ramajetto, il bouquet di 9 piante aromatiche beneauguranti, per poi attraversare insieme il fuoco, l’acqua battesimale e il cammino nei campi bui, per vincere le tentazioni.
È stata un successo la terza edizione della ‘Notte di San Giovanni’, promossa dall’Associazione Fontevecchia nel borgo di Case Troiano, con la collaborazione delle Associazioni aderenti al Consorzio Tradizioni Teatine, ovvero la Compagnia Tradizioni Teatine-Il Ramajetto di Chieti-Il Teatro del Sangro di Lanciano.
“Numeri tanto importanti registrati in occasione di simili eventi – ha commentato il presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano – testimoniano, ogni anno, il desiderio della popolazione di riscoprire le tradizioni più vere e autentiche della nostra comunità che vuole capire perché nella notte di San Giovanni le loro nonne, all’epoca giovani ragazze, facevano il sacrificio di alzarsi all’alba per bagnarsi i capelli nella rugiada o perché i propri bisnonni definivano qualcuno ‘Compare a fior’, ovvero la persona con cui, nel passato, si era scambiato quello strano mazzolino di erbe, che testimoniava un ulteriore rafforzamento del rapporto di amicizia e di mutuo soccorso che durava una vita.
Tante persone che hanno voluto rivivere un rito in realtà intimo, che i piccoli borghi proponevano in famiglia per tramandare le proprie radici, e che, così facendo, hanno riscoperto anche la storia di San Giovanni, il rito del battesimo, e le tentazioni cui pure il Santo seppe resistere mantenendo la fede”.
Ad aprire la giornata e, ovviamente, la parte rituale è stata la terapeuta Patrizia Primiterra che, con Giuliano Petaccia, ha fornito ai presenti gli strumenti conoscitivi per poi partecipare all’iniziativa.
Quindi la celebrazione all’aperto, come avveniva nelle comunità contadine, della Santa Messa, officiata da Padre Vincenzo Di Marcoberardino, parroco della Madonna dei Sette Dolori, che ha poi presieduto la processione della Statua di San Giovanni che, portata dalla Confraternita di Sant’Antonio da Padova di Città Sant’Angelo, con uomini e donne in abito tradizionale abruzzese, ha attraversato le vie del Borgo, sino a raggiungere i campi per la benedizione del fuoco.
Quindi la festa con i balli e i canti tradizionali della Compagnia Tradizioni Teatine e la quadriglia diretta da Mario Di Curzio, direttore del Coro Folk Esperia di Tocco da Casauria, intrecciato con lo spettacolo ‘Arriva Salomè’, una riduzione dell’opera di Oscar Wilde, a cura di Stefano Angelucci Marino, Direttore del Teatro del Sangro di Lanciano, con la Danza dei Sette Veli, piéce di Francesco Angelucci, spettacolo che da settembre sarà al Teatro Fenaroli di Lanciano.
La convivialità del momento è stata seguita dal ritorno alla ritualità, ovvero lo scambio del ‘ramajetto’, che ha visto protagoniste 54 coppie di amici, che insieme hanno poi fatto il ‘salto del fuoco’ e attraversato il lago, scambiandosi il ramajetto che ora, come vuole la tradizione, dovranno di nuovo scambiarsi il 29 giugno, in occasione della celebrazione dei Santi Pietro e Paolo, “e chi vorrà potrà farlo nel nostro borgo che organizzerà un secondo momento di incontro per chiudere il cerchio del rito”, ha aggiunto il presidente Troiano.
E la festa, durata sino all’alba, per la cerimonia nella rugiada, tra i campi, si è conclusa ieri, giorno di San Giovanni, con la celebrazione di una seconda Santa Messa, questa volta in rito latino.