PESCARA – Convinti come siamo che la salute dei cittadini e dell’ambiente debba essere tutelata ad ogni costo e debba costituire una priorità assoluta per chi governa, per chi emette sentenze e per chi le deve fare applicare continuiamo, nel nostro piccolo , a dare voce ai residenti di San Silvestro che proseguono il digiuno mentre cresce la loro disperata “fame” di legalita’ sul caso della mancata delocalizzazione degli impianti radiotelevisivi.Di seguito il comunicato dell’associazione “no elettrosmog” San Silvestro Pescara – onlus e genitori di San Silvestro colle a firma di Di Lizio Brunella , Marino Candeloro, Enio Salle:
Rispondiamo alle “miserabili” menzogne che i (disperati) potenti dei media tv stanno diffondendo sulle loro tv (e questo sarebbe il loro servizio pubblico?) sperando che i media del web e della stampa non ci oscurino come fanno da sempre i media radio-televisivi. Hanno scritto di tutto e di più pur di costringere la “politica” quindi i legislatori a lasciare i loro impianti a San Silvestro. Hanno gettato fango sullo studio dell’Università di L’Aquila e non solo.Ipotizzano oscure finalità di speculazioni edilizie, magari già in atto, legate allo sviluppo del territorio di San Silvestro Colle in caso di delocalizzazione delle antenne.
Che bravi questi editori- però poveri!!! tanto, tantissimo – visto che non hanno qualche decina di migliaia di euro (tanto sarebbe la ripartizione – pro quota-del costo della delocalizzazione). Questo lo avevamo capito, avevamo visto giusto di organizzare noi una “colletta” per raccogliere fondi per aiutarli ad andarsene da San Silvestro.
Nelle due pagine di comunicato stampa tuttavia le emittenti hanno omesso di specificare la cosa più importante: gli estremi delleautorizzazioni/concessioni dei loro impianti ubicati in San Silvestro Colle, le date di rilascio. ecc (per il dettaglio leggete l’art.16 della legge 223/90 tutt’ora in vigore).Vorremmo un confronto pubblico televisivo affinchè venga fatta chiarezza su un problema serio che investe la salute di migliaia di persone, ma questo diritto ci viene negato da quei “pseudo” giornalisti che lavorano per le testate radiotelevisive, forse per conflitti di interesse.
Abbiamo già detto e lo ripetiamo che “San Silvestro colle è un paese dimenticato dalla legge- dove un’associazione a delinquere di stampo istituzionale composta da funzionari pubblici, da pubblici ufficiali, con azioni ed omissioni hanno favorito e continuano a favorire la abusiva permanenza degli impianti di rai way e di tutte le altre emittenti. Vergogna!!!
Abbiamo ripetuto tante volte che sono illegali da 15 anni e lo ripetiamo: questa volta riportando in sintesi:
– nella relazione illustrativa allegata e parte integrante del primo pnaf redatto dal prof. Sassano, emanato dall’Agcom nell’ottobre 1998 (avente sicuro valore di legge) si legge:
“per l’elaborazione del piano in questione ci si è attenuti strettamente ai vincoli ed ai criteri stabiliti dalla legge qui di seguito elencati:…omissis
c) ciascun impianto inserito nel piano copre una singola area di servizio
e) tutti gli impianti che coprono la stessa area sono localizzati nello stesso sito (o postazione).
f) i siti inseriti nel piano sono stati scelti sulla base dei pareri di tutte le regioni, secondo le procedure indicate nelle leggi 249/97 e 122/98.
g detti siti soddisfano le esigenze sia della radiodiffusione analogica che di quella digitale;
– piano dei siti
Prima di procedere alla elaborazione del piano sono stati individuati i siti dove installare gli impianti delle reti.ciò è diretto principalmente a soddisfare le esigenze di contenimento dell’inquinamento elettromagnetico.
Isiti così individuati sono stati, dal ministero delle comunicazioni, sottoposti ai pareri di tutte le regioni ai sensi delle leggi 249/97 e 122/98.
Il numero dei siti è risultato essere di 487(ben inferiori a quelli esistenti). (san silvestro non c’e’,non c’è, è assente, è stato eliminato, è scomparso, è morto-deceduto!!)
– tempi di attuazione 1. in 16 aree,(compresa l’area di san silvestro colle) si prevede l’eliminazione per motivi di compatibilità ambientale dei siti attualmente esistenti
il reperimento delle aree, la raccolta delle necessarie autorizzazioni e la costruzione delle nuove postazioni richiedono un periodo di tempo valutabile in circa due anni.
2. in parallelo, mentre si sviluppa la fase di costruzione delle nuove postazioni, gli operatori dovranno provvedere ad installarsi in siti già esistenti e riconosciuti dal piano che sostituiscono siti non più accettati.
infine riportiamo quanto prescritto dall’art. 34 della legge 223/1990 (legge mammì) :disposizioni transitorie..omissis
5. le concessioni previste nella presente legge possono essere rilasciate solo dopo l’approvazione del piano di assegnazione.
Ricapitoliamo sinteticamente per quelli meno attenti e tuttora impreparati in materia:
1. nel 1990 san silvestro colle era a tutti gli effetti un “sito” ove erano “legittimamente” ubicati impianti radio-televisivi;
2. la legge 223/90 mise fine ad antenna “selvaggia” e regolamentò ex novo la materia relativa all’uso delle frequenze radiotelevisive e all’utilizzo del territorio. rimase sospesa l’emanazione del pnaf. tuttavia tutti gli impianti ubicati nel territorio nazionale vennero censiti (ex art. 32) ma non autorizzati. l’autorizzazione/concessione relativa agli (ex art.16) difatti poteva/doveva essere rilasciata solo dopo l’emanazione del pnaf.
3. nel 1997 venne istituita agcom ed ad essa venne conferito il compito/potere di emanare il pnaf. nella stessa legge, e per la prima volta, venne introdotto il principio di tutela della salute umana dalla esposizione ai cem. difatti in essa è scritto testualmente che l’autorità “” vigila sui tetti di radiofrequenze compatibili con la salute umana e verifica che tali tetti, anche per effetto congiunto di più emissioni elettromagnetiche, non vengano superati. il rispetto di tali indici rappresenta condizione obbligatoria per le licenze o le concessioni all’installazione di apparati con emissioni elettromagnetiche.
4. nel 1998 venne finalmente emanato il pnaf (delibera 68/98) e il sito di san silvestro colle venne escluso, rendendo, sin da allora, abusivi tutti gli impianti che vi rimasero e che negli anni successivi hanno continuato l’esercizio di diffusione. rai e rai way compresa perché la legge mammì pose fine al monopolio rai.
5. le leggi successive, integrative e modificative della legge 223/1990, non hanno sostanzialmente apportato modifiche alla stessa, almeno per quanto concerne la ubicazione degli impianti e il regime autorizzatorio degli stessi.
a voi i giudizi ed i commenti.