PESCARA -Nel corso di una conferenza stampa, ieri mattina, l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi, esponenti dell’Associazione cittadina ‘Pescara – Mi piace’, da un anno impegnati sul fronte dell’emergenza balneazione che ha messo in ginocchio Pescara, hanno reso noto un nuovo scarico abusivo che questa volta riguarda Fosso Vallelunga.
Tale scarico sino all’estate del 2009 trasportava il troppo pieno, ovvero l’acqua piovana, della Riserva naturale dannunziana ed era stato ufficialmente dismesso a inizio 2010. Per sei anni quello scarico è rimasto a secco, da diversi giorni, settimane secondo i residenti di Villaggio Alcyone, ha invece ricominciato la propria attività. Per questo Fiorilli e Foschi girano al sindaco Alessandrini e al suo vicesindaco Del Vecchio le domande dei cittadini: c
“Passano i mesi, ma esattamente come la scorsa estate, la nostra città si ritrova in piena emergenza con una nuova stagione balneare ormai alle porte, che si aprirà nel peggiore dei modi – hanno sottolineato Fiorilli e Foschi -. Solo che ora dalla riviera nord, dove comunque l’immobilismo del sindaco Alessandrini produrrà un divieto di balneazione su tre quarti del litorale, l’emergenza inquinamento si sta allungando verso sud, sul Fosso Vallelunga.
Nei giorni scorsi siamo stati allertati dai primi dati frutto dei campionamenti dell’Arta che hanno segnalato l’impennata dei valori degli escherichiacoli, e abbiamo effettuato un sopralluogo lungo tutto il Fosso, dove ci hanno raggiunto i cittadini residenti e subito ci hanno dirottato su una condotta che quotidianamente sversa il proprio carico fortemente maleodorante direttamente nel torrente. Ci siamo fermati e quello sversamento si è palesato in maniera clamorosamente evidente: da quella condotta, a pochi metri dalla foce, dunque dal mare, esce ogni genere di rifiuto organico, oltre che carta igienica e addirittura assorbenti, un flusso continuo e costante spinto dall’acqua, e davanti al fosso c’è una montagna di rifiuti organici accumulati in decomposizione, dall’alto simile alla mucil
A quel punto sono partite le nostre ricerche nella memoria e – hanno proseguito Fiorilli e Foschi -, andando a scavare, è emerso che quella condotta raccoglieva e sversava nel Fosso, sino all’estate del 2009, il troppo pieno della Riserva naturale dannunziana, ovvero l’acqua piovana in eccesso della falda della zona del laghetto. Nell’estate 2009 si verificò l’allarme botulino, con la morte della fauna presente nel lago, e a quel punto l’amministrazione di centro-destra, peraltro insediatasi da un mese e mezzo, ha affrontato il problema eliminando quella condotta e dirottando il troppo pieno della Riserva naturale sulla condotta di via Antonelli e sull’impianto di sollevamento situato all’incrocio tra via Pepe e via D’Avalos, dinanzi al supermercato Tigre. Il tempo di chiudere i lavori, e di fatto siamo arrivati agli inizi del 2010, e da quel momento la condotta sul Fosso si è completamente asciutta non avendo contributi da altri allacci.
Tutto questo sino a poche settimane fa, quando quella condotta, come hanno denunciato i cittadini, ha ricominciato a sversare il proprio carico, ma è evidente a occhio nudo che non si tratta di troppo pieno, né di acqua piovana, visto che oggi non pioveva e il flusso era continuo. Ma soprattutto è evidente il cattivo odore di feci che proviene dall’acqua in uscita ed è inequivocabile il contenuto: carta igienica e assorbenti che non lasciano adito a dubbi. Ci sorprende – hanno ancora commentato Fiorilli e Foschi – che il vicesindaco Del Vecchio e il sindaco Alessandrini sostengano di essere da un anno impegnati in una caccia continua di questi scarichi, eppure non si sono clamorosamente accorti di quanto sta avvenendo sul Fosso Vallelunga, esattamente com’è accaduto per i due scarichi abusivi che abbiamo scoperto in via Gran Sasso.
A questo punto rivolgiamo alla giunta Alessandrini il nostro quesito: quali allacci ci sono su tale condotta? Perché una linea che è stata disattivata dal 2009-2010 oggi sversa liquami e acqua putrida nel Fosso? Qual è l’origine di quel materiale? E perché mesi fa il Governatore D’Alfonso ha ordinato alle amministrazioni locali di ‘tappare’ tutti gli scarichi simili e invece quella condotta sversa melma e rifiuti direttamente nel Fosso? L’Arta e l’Aca sono a conoscenza di tale situazione? Sono stati fatti dei campionamenti direttamente all’uscita dello scarico? Sono queste le domande sulle quali la città attende risposte concrete, altro che le chiacchiere vergognosamente propinate negli ultimi 22 mesi.
Nel frattempo – hanno aggiunto Fiorilli e Foschi – chiediamo l’immediata bonifica del Fosso, ormai una foresta putrida di presunto limo trasformato in melma, con alghe marcite che galleggiano, acqua dal caratteristico colore marrone-verdastro, habitat naturale di ratti di ogni misura, bisce e di zanzare e insetti che già stanno rendendo impossibile la vita dei residenti del quartiere, completamente abbandonati a loro stessi. Dal 2009 al 2014 la bonifica del Fosso è sempre stata fatta dall’amministrazione comunale, tutelando la flora e la fauna presente, ma garantendo la salute dei residenti, nell’ambito del progetto anti-allagamento di Pescara sud. Dal 2014 a oggi il Fosso è solo un luogo di vergognoso degrado”.
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