La lunga conversazione – intervista, a cura di due illustri personalità del mondo culturale abruzzese e appassionati di jazz, il Prof. Pier Enrico Gallenga e Carmine Perantuono, ha permesso ai presenti di entrare nel mondo musicale di Assunta Menna fra aneddoti, ricordi e storie che hanno ripercorso la sua storia artistica fino alla pubblicazione di “Laura”.
L’analisi critica e tecnica dei brani fatta dal Prof. Gallenga, e dal Direttore Perantuono ha messo in evidenza l’improvvisazione come grande protagonista del jazz e di questo disco in particolare.
Gli otto standard jazz che lo compongono sono infatti stati magistralmente arrangiati da Paolo Triovellone che ha dato loro una versione personale e diversa da tutte quelle che di solito siamo stati abituati ad ascoltare. Mandando in sottofondo alcuni degli standard originali e le versioni contenute in “Laura”, il Prof. Gallenga, partendo proprio dal significato della parola “standard”, ha spiegato ai presenti quanto i brani siano stati rielaborati in modo personale e particolare da Paolo Trivellone.
Il giornalista Piero Vittoria ha introdotto i musicisti che hanno partecipato al progetto (Paolo Trivellone, Claudio D’Amato, Jorge Ro e Paolo Pandolfi) sottolineando la grande sinergia creatasi fra il loro virtuosismo e la vocalità della cantante abruzzese in una collaborazione senza primedonne.
Assunta Menna ha spiegato che è giunta ad un punto del suo cammino artistico nel quale ha sentito fortemente la voglia di lasciare un segno e dunque ecco il disco. Ha poi spiegato il perché ha scelto di intitolarlo “Laura”: è stata come una folgorazione perché il tutto è nato dalla voglia di lasciare qualcosa a sua nipote che si chiama Laura come sua madre, poi fra i suoi standard preferiti c’è proprio “Laura” e tutto è dunque nato in modo naturale.
Tra l’altro la nipotina ha raggiunta la cantante sul palco fra la commozione generale. Assunta Menna ha anche spiegato che partendo da “Laura”, del quale suo padre era innamorato, ci sono nel disco per lo più brani che lei ascoltava da bambina dentro casa quando suo zio si faceva spedire dall’America dei dischi jazz.
Ha anche ringraziato il Prof. Gallenga che, in tempi non sospetti, le regalò un libro sull’improvvisazione vocale che ancora oggi per lei è fonte di studio approfondito. La maestra di canto di Assunta Menna, Cristina Cameli, ne ha lodato la grande volontà nell’applicarsi nello studio e le capacità vocali dicendo che si dal primo momento in cui l’aveva incontrata ne aveva intuito il talento. Alla fine della conversazione è stato offerto un gustoso aperitivo a cura del Gran Caffè Vittoria di Chieti nel giardino del museo.
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