Teatro

Atelier Espace in “Cristoforo Colombo”, a Pescara lo spettacolo di Umberto Marchesani

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Sabato 11 e domenica 12 giugno al Florian Espace spettacolo di fine corso liberamente tratto da Michel de Ghelderode

Umberto Marchesani

PESCARA – Sabato 11 e domenica 12 giugno 2016 ore 21 al Florian Espace di Pescara in scena lo spettacolo della compagnia Atelier EspaceCristoforo Colombo” spettacolo di fine corso liberamente tratto da Michel de Ghelderode adattamento e regia di Umberto Marchesani.

Doppio appuntamento a cura del Florian MetaTeatro Centro di Produzione in collaborazione con Espace Promozione Culturale con Ludovico Costanzo, Simone Papponetti, Maria Grazia di Giulio, Rita Martella, Luigia Tamburro, Elena Esposito, Dennis Palumbi, Sara Natarella, Diletta Graziosi, Laura d’Alonzo, Pier Luigi de Virgiliis, Gianni Scarsi, Dani Scarsi. Senza: Maresa Guerra. Suoni: Globster Luci: Renato Barattucci. Costumi: Sara Natarella Grafica: Antonio Stella.

“Bolle,piccole sfere! É un sintomo strano che alla mia età io giuochi ancora. I miei pensieri volano via, sferici. Dove vanno? La geometria mi da una profonda commozione. Non riesco a spiegarmela”.

In poche righe, ecco spiegato l’animo del Cristoforo Colombo nella fiaba di Michel de Ghelderode. Un sognatore idealista, amante delle forme e della geometria. Un romantico navigatore affascinato dal nuovo, dalla scoperta. Puro come un bambino ma con la coscienza di un uomo, promette un nuovo mondo e una nuova speranza.

Scrive Umberto Marchesani nelle note di regia:

“Con gli allievi del laboratorio teatrale Atelier Espace, abbiamo deciso di confrontarci quest’anno con un testo minore di Michel de Ghelderode, autore poco conosciuto e rappresentato in Italia. Il termine ”minore” non vuol dire semplice, anzi, sono state proprio
le caratteristiche particolari e complesse dell’opera che ci hanno stimolato e incuriosito. Come laboratorio di teatro, il nostro compito è anche quello di scoprire testi e autori che ci permettano il confronto con stili e modi diversi di fare teatro. Questa è una fiaba amara, divertente ma anche triste. I personaggi sono simili a quelli delle favole, si muovono in una scacchiera molto precisa. Sono privi di umanità. Sono in realtà dei burattini, dei caratteri universali, disumanati e crudeli. Sono privi di una psicologia propria, sono quasi delle macchine rappresentative. Senza dubbio un interessante studio per gli allievi attori e una sfida per il regista. Nel testo la problematica che emerge è quella della conquista, dell’occupazione territoriale, del confronto-scontro con altre civiltà e religioni.Cosa si aggiunge e cosa si toglie mischiando le culture? Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Che cosa è moralmente corretto e cosa non lo è? Quale è la vera natura dell’essere umano? Anche oggi ci si imbarca rischiando la vita, per trovare un’America”.

Michel de Ghelderode (1898-1962) prolifico drammaturgo e scrittore belga ha scritto sessanta testi teatrali, un centinaio di racconti e articoli su arte e folklore. Le sue opere sono spesso ambientate in un’atmosfera inquietante. Tra i suoi riferimenti: il teatro dei burattini, la commedia dell’arte il pittore belga del macabro, James Ensor e il teatro della crudeltà di Antonin Artaud.

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