Attualità

Atomosfera.7 di Erminia Turilli oggi l’inaugurazione a Pescara

Condividi


PESCARA – Oggi,15 luglio alle ore 18.00 all’Aurum di Pescara sarà presentato Il gruppo artistico del movimento Atomosfera.7 a cura di Erminia Turilli, composto da sette artisti italiani: Alfredo Celli, Giuliano Cotellessa, Rossano Maria di Cicco Morra, Bruno Di Pietro, Marco Vinicio Fattori, Massimo Pompeo e Franco Sinisi.
Saranno esposte 30 opere (quadri, sculture e istallazioni) a Pescara presso la sala degli Alambicchi dell’Aurum presentate dal Direttore editoriale delle Edizioni Byblos Erminia Turilli, dall’Assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo, dal Direttore del Polo Museale dell’Abruzzo, Lucia Arbace, e dal Responsabile dell’Aurum, Licio di Biase.
Nell’occasione reading poetico di Franca Minnucci che leggerà testi di Sanguineti, Hikmet, Ruffilli, Di Pietro, Sinisi, Di Cicco Morra, Giancola. Sarà eseguita in prima assoluta Laude per sola viola di Stefano Taglietti, alla viola Barbara Ciccone. Coordinerà Celeste Acquafredda, giornalista di Rai3. Sarà presente il Maestro Achille Pace. Pittore italiano classe 1923. Impegnato nella sperimentazione dell’arte informale, dal 1962 al 1964 fece parte del Gruppo Uno; successivamente si è rivolto al recupero della materia. Dopo essere stato invitato alla Biennale di Venezia (1980-82) e alla Quadriennale di Roma, nel 1989 ha esposto a Mosca e Leningrado nell’ambito della mostra Orientamenti dell’arte italiana: 1947-1989.
Il gruppo Atomosfera.7 è impegnato a far conoscere le proprie opere, che spaziano fra le correnti più avanzate dell’Arte contemporanea, Astrattismo, Minimalismo, Arte concettuale, con ricerche fortemente innovative nelle forme e nell’uso dei diversi materiali.
Le opere saranno in mostra dal 15 al 31 luglio 2016 all’Aurum a Pescara, al Castello Orsini di Avezzano nel settembre 2016, a Latina nella Casa della Musica a ottobre 2016, a Roma nel Lavatoio contumaciale nel mese di novembre 2016, ad Ascoli Piceno nel Palazzo dei Capitani nel 2017 e al Palazzo dell’Annunziata a Matera nel 2017. Le mostre saranno curate da Erminia Turilli, autrice del manifesto Atomosfera.7. Si aggiungeranno critici e artisti di fama nazionale alle inaugurazioni, pronti a dibattere i temi e gli indirizzi artistici proposti dagli artisti.

Il Manifesto

Il nome del gruppo Atomosfera.7 sintetizza simbolicamente tre concetti: l’indistruttibilità dell’à-tomos, la capacità di attirare e trasmettere energia creativa della sfera e la magia sacra del numero sette, sinonimo di globalità e di universalità.
Tale movimento artistico ha come obiettivo principale quello di diffondere il pensiero e le opere dei suoi fondatori. Dalla rivoluzione industriale a oggi, la celebrazione della tecnologia e i suoi incalzanti traguardi hanno sacrificato l’essenza prima dell’uomo, la sua naturalezza, causando dispersione sociale e disorientamento globale.
A questa natura impoverita, ossuta e stravolta Il movimento del gruppo Atomosfera.7 oppone un pattern coeso come l’atomo, trasparente ed energico come la sfera, magico e veggente come il numero sette, dove lo spirito possa reidratarsi, immergendosi nel gesto originario, spontaneo, nell’atto rivoluzionario del taglio della tela, nell’utilizzo di materiali riciclati, nell’uso del colore; quindi colori, forme geometriche, libertà di pennello e di azione, intuizione e creazione, espresse dall’artista senza vincoli o condizionamenti.
Atomosfera.7 è un gruppo caratterizzato da forte sperimentalità nell’arte, che spazia dall’Astrattismo, all’Arte concettuale e al Minimalismo, che analizza i mezzi e le forme espressive del contemporaneo e le forgia in maniera postmediale, in un’estrema varietà di forme e modi.
L’ elaborazione teorica concettuale è pensata come un’investigazione intorno alla natura dell’arte, senza riferimento alle sue produzioni specifiche, l’artista-medium si è trasformato, da tecnico di esecuzione e da supporto dell’opera, in un insieme di principi operativi, in una ‘matrice’, in uno spazio di possibilità.
L’azione degli artisti appare quindi inseparabile da un investimento decostruttivo consapevole dello spazio materiale e istituzionale, delle abitudini percettive, delle griglie interpretative e dei frame ideologici che sostanziano la loro attività.
La proliferazione dei linguaggi postmodernisti si rivela quindi uno strumento non per liquidare l’esperienza dell’avanguardia, ma per introdurre al suo interno una dinamica di ricostruzioni e di letture retroattive che punta a trasferire nell’ambito del presente l’elemento di trasformazione costante proprio dell’avanguardia nei confronti dell’istituzione arte, pur avendone accantonato la metafisica dello smascheramento, la ‘pretesa di verità’.
La pratica pittorica per gli artisti di Atomosfera.7 perde la sua posizione secolarmente privilegiata, ma non va per questo considerata ‘storicamente’ antiquata: essa è oggi sottoposta a un processo di revisione e riappropriazione permanente che tende a mostrarne la natura eterogenea, ibridata con altri campi di formazione dell’immagine: fotografia, cinema, televisione, architettura e così via.
Gli Artisti: Alfredo Celli, Giuliano Cotellessa, Rossano Maria di Cicco Morra, Bruno Di Pietro, Marco Vinicio Fattori, Massimo Pompeo e Franco Sinisi.
Le opere di Alfredo Celli, caratterizzate da rigore costruttivo e forte espressività, aprono ad un discorso artistico che ingloba pittura e scultura. Piani sovrapposti di strutture lignee che si torcono e si allungano in lingue emozionali fanno emergere la tormentata vicenda degli opposti: interno/esterno, pieno/vuoto, materia/aria, buio/luce. E nel dinamismo della materia piegata verso l’eterno ritorno a se stessa di monocromi minimalisti di una raffinata composizione spaziale si ritrova il focus segreto delle sue opere.
La pittura di Giuliano Cotellessa parte da archetipi antichi: il labirinto riproposto nel rotolo di fili colorati emblematici di una ricerca tesa a ritrovare il bandolo, l‘autentica natura dell’uomo attraverso i miti classici. La sua ricerca formula segni chiusi in bacheche, riquadrature di onde emotive, di fluttuazioni memoriali, ricalco a specchio della crescente geometrizzazione degli spazi sociali in cui viviamo e dove l’artista lascia segni e tracce di un alfabeto del suo codice immaginario e tangibile.
L’artista Rossano Maria di Cicco Morra assimila nelle sue opere pittura e design secondo un ordine concettuale e materico in cui è evidente la riflessione sui temi sociali. La rifrazione fra realtà e astrazione lo conducono a tecniche sperimentali con materiali diversi, tesi ad elaborare una nuova estetica della comunicazione sociale. I suoi reliquiari sono infatti opere speculative, che, partendo dal riuso, attraversano una successione di piani con oggetti simbolo e spazi di fuga mediante i colori primari.

 

 

 

 

La produzione artistica di Bruno Di Pietro è torrenziale, impetuosa, tonante, mitica e metafisica, materica, figurativa e simbolica, universale e concettuale. Spazia dalla cultura mediterranea e a quella nordica e si salda in un nuovo ciclo di opere, ultima tentazione di sintesi: l’albero, simbolo del limite, del confine di uno spazio sacro, inviolabile, metafora di contatto fra l’immanente e il soprasensibile, fra la terra e il cielo, fra la corpo e il il soffio vitale, fra l’à-tomos e l’aether.
Marco Vinicio Fattori compone quadri sculture di grafia simbolico – concettuale. Sono superfici regolari, quadrati o rettangoli su cui si ritrovano svariati oggetti: viti, bulloni, lucchetti, chiavistelli. Appaiono casuali combinazioni, invece sono ordinate da un rigorosa stima e dalla puntuale ricerca di un centro di gravità permanente. La memoria raduna elementi sparsi un po’ dovunque, poi li ricompone, li riclassifica, li rinomina per fargli assumere un ruolo nelle tavole di poesia della sua biblioteca minimalista.
Le carte nautiche di Massimo Pompeo narrano di un viaggio della conoscenza fantasioso e spericolato dove il piacere del rischio e dell’avventura operano taumaturgicamente sulle paure fobiche del vuoto e dell’angoscia esistenziale. Gli itinerari dalla terra ferma al mare aperto sono avvolti in colori abbaglianti, dove è presente l’abisso e la forza delle onde che si frangono sulla costa in uno scontro spumeggiante, che annulla il vuoto e ripristina il limen, il quadrato dell’essere.
Franco Sinisi con la sua versatilità sperimentale e i suoi codici visivi produce una visione dell’arte dai lineamenti originali e stigmatizza la ricerca dell’identità e la sua unicità, mediante la suddivisione geometrica e modulare dell’opera. Lo sfondo cromatico ricco di flussi emozionali rappresenta sentimenti disparati come il vortice della sensualità, l’abisso dell’istinto, la giostra della follia, la metafisica del pensiero e le paure esistenziali dove èthos e aesthetica narrano un inedito ritratto dello spazio e del tempo.

Pubblicato da
Redazione

L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter