Dal primo luglio, con l’entrata in servizio di due nuovi Dirigenti Medici, il reparto urologico atriano sarà “promosso” a Unità Operativa Semplice Dipartimentale
ATRI (TE) – Da sabato primo luglio l’Ospedale “San Liberatore” di Atri avrà un’Unità Operativa Semplice Dipartimentale in più: quella di Urologia ed Andrologia, afferente al Dipartimento delle Discipline Chirurgiche.
L’Azienda Sanitaria Locale di Teramo, infatti, con la Delibera 817 del 27 giugni 2017 ha deciso di “promuovere” l’esistente Unità di Day Surgery di Urologia. A guidare il reparto rafforzato da due nuovi Dirigenti Medici, il Dottor Federico Narcisi e il Dottor Luca Topazio, continuerà ad essere l’attuale Responsabile, la Dottoressa Daniela Granchelli.
«È una nuova brutta giornata per gli adepti del vasto partito trasversale che da qualche anno a questa parte ha tentato di tutto, salvo forse le macumbe e la magia nera, per accreditare l’idea che il “San Liberatore” fosse un presidio ospedaliero ormai moribondo, sperando di trarne qualche vantaggio politico personale», afferma il Consigliere Regionale Luciano Monticelli.
«Tornano in mente le parole dettate alla stampa dal Sindaco di Atri Gabriele Astolfi neanche nove mesi fa, in cui si parlava di Ospedale prossimo alla trasformazione in “mero poliambulatorio, ricovero per anziani e lungodegenza”, ma purtroppo anche prese di posizione pubbliche di esponenti del mio stesso partito, che a lungo, per pigrizia, hanno ceduto alle sirene dei disinformatori di professione».
«Innanzitutto andrebbe detto, una buona volta, che la Lungodegenza non è uno spauracchio da agitare davanti ai bambini cattivi, ma una risorsa sempre più importante nella sanità di oggi, e che se non è coperta dal pubblico viene agevolmente occupata dal privato», prosegue Monticelli. «Atri, nel suo complesso, farebbe bene a lavorare per garantirsi, in aggiunta ad un efficiente Ospedale per acuti come previsto dal vigente Atto Aziendale, anche servizi aggiuntivi, fra cui certamente varrebbe la pena includere una quota importante di buona sanità pubblica destinata ai lungodegenti».
«In secondo luogo, giova ricordare che l’Urologia era stata portata a Day Surgery negli anni del centrodestra imperante. Quelli che volevano trasformare il “San Liberatore” in “mero poliambulatorio” sono gli amici di Astolfi, che d’altronde sono gli stessi che, dopo aver portato a casa migliaia di voti ad Atri e nel circondario nelle elezioni del 2014, nel marzo scorso hanno avuto la brillante idea di votare una scellerata Risoluzione presentata a firma del Movimento Cinque Stelle con cui si chiedeva di eliminare dalla rete sanitaria abruzzese gli ospedali di Atri e Sant’Omero. Con il centrosinistra al governo l’Urologia è tornata UOSD, la Pediatria e la Fibrosi Cistica sono state mantenute, l’Endocrinologia di Raggiunti ha ricevuto cospicui finanziamenti per ammodernare il proprio reparto e l’Oculistica, grazie al Dottor Paone, fa numeri mai visti».
«Voglio sperare che dopo questa ennesima batosta tutti coloro che per vari motivi hanno raccontato in giro dell’imminente fine del “San Liberatore” cambino finalmente registro», conclude Monticelli. «La sfida per restituire all’Ospedale di Atri il ruolo che ha avuto nel passato è ancora lunga, e c’è bisogno del contributo di tutti: nella città ducale ma anche nel resto del Cerrano e della Val Fino».