Atri,“Quel che non c’è più”:collettiva dei partecipanti al corso di fotografia

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ATRI (TE) – “Quel che non c’è più” è il titolo che i partecipanti al secondo corso di fotografia organizzato dal Centro Servizi Culturali di Atri hanno scelto, insieme al loro docente – il fotografo Giuseppe Tracanna – per la mostra che chiude il ciclo di lezioni e ne intende riassumere al pubblico concetti e risultati.Il corso ha offerto gratuitamente una opportunità a tutte le persone che volevano avvicinarsi in maniera ragionata al mondo della produzione fotografica.La maggior parte dei corsisti ha preso parte alle lezioni perché interessata ad apprendere le nozioni basilari di teoria, tecnica e lettura dell’immagine fotografica. A loro si sono unite persone che, pur praticando da più tempo la fotografia, amano analizzarne gli aspetti e discuterne con altri appassionati. Infine, hanno completato il gruppo gli amici che da anni seguono l’opera di Tracanna e ne apprezzano il taglio interpretativo.“Quel che non c’è più” è un titolo impegnativo, un tema che non può completarsi in una singola collettiva fotografica o nell’arco di alcuni mesi di studi sull’immagine. Offre una serie amplissima di sviluppi e imporrebbe la necessità di una ricerca lunga e approfondita.“Quel che non c’è più” è legato al tempo dei luoghi, al tempo delle persone e alle loro identità. Alcuni corsisti, attraverso la fotografia, hanno voluto rintracciare e interpretare i segni di questi luoghi e di queste identità.Ma “Quel che non c’è più” può allacciarsi anche alla storia di una determinata area geografica, o di una Regione – come nel nostro caso, l’Abruzzo. E di fatti, l’idea di individuare alcune aree abruzzesi (e non solo abruzzesi) e volerne ricomporre una immagine che non c’è più o che è mutata (nelle architetture, negli abbandoni, negli oggetti), è stata argomento di lezione. Questo aspetto della ricerca, infine, ha indirizzato l’occhio di una parte dei fotografi in esposizione.Naturalmente, le potenzialità del tema non si esauriscono qui. “Quel che non c’è più” è una riflessione poetica, astratta o surreale sul mondo e la fotografia; oppure una voce di denuncia contro i degradi.L’ampia portata del titolo, tuttavia, non ha messo in difficoltà i fotografi in mostra. Piuttosto, l’argomento e la guida di Tracanna hanno fatto sì che i loro obiettivi si spingessero verso un lavoro serio di rappresentazione e di composizione delle immagini, le quali, ci si augura, possano colpire, interessare e stimolare lo spettatore.

La mostra fotografica “Tutto Quello Che Non C’è Più” è stata  inaugurata ieri presso l’Auditorium S.Agostino di Atri e  resterà aperta sino al 29 luglio.

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