Aurum:”D’Annunzio padre dello stile italiano”

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E’ il titolo della mostra che sarà allestita dall’8 Luglio all’8 settembre nell’ambito  degli appuntamenti culturali di Pescara tener-a-mente

PESCARA – Sarà inaugurata venerdì 8 luglio, alle ore 19.30, presso la sala D’Annunzio dell’Aurum a Pescara, la mostra dal titolo “Gabriele  D’Annunzio padre dello stile italiano” a cura di Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale , allestita da Angelo Bucarelli e  che espone vestiario del Poeta, oltre a numerosi abiti femminili disegnati proprio da lui, e abiti provenienti da collezioni private.

Si legge nella nota di Bucarelli:

Elegante, raffinato, colto e fantasiosamente geniale, questo e molto altro ancora, in una parola: d’Annunzio.
Dall’8 Luglio all’8 settembre all’Aurum in mostra la favola:
D’Annunzio, un “Dandy abbronzato”, significando così non un intellettuale da tavolino ma uomo d’azione; Lenin lo definì: “Politicamente, l’unico rivoluzionario in Italia”.
In Italia Gabriele è il portavoce principale della cultura estetizzante.
Personaggio di indiscutibile fama, patriota, scrittore, uomo di società, mirò a realizzare uno stile di vita del tutto eccezionale libero da costrizioni e vincoli, fastoso, raffinato, sensuale, ricco di tensioni erotiche, forte di ideali eroici.
La sua influenza si esercita appunto, oltre che in ambito propriamente letterario, sul costume e sulla società italiana per parecchi anni, almeno sino al primo conflitto mondiale. D’Annunzio era per milioni di persone un modello di comportamento e di gusti, oltre che un fervido creatore di mode e atteggiamenti e un ispiratore di ideali.
Impresse un’impronta incalcolabile sul costume, dando vita al fenomeno del dannunzianesimo, che segnò il comportamento di intere generazioni borghesi; inventò la “diffusione” del pettegolezzo, del gossip e del racconto della vita della raffinata borghesia della sua epoca sulle pagine dei quotidiani.
Considerato a pieno titolo uno degli uomini più eleganti d’Italia, d’Annunzio non fece mai mistero del suo amore per il bello, di sé una volta disse: “Io sono un animale di lusso”, e quando dagli armadi del Vittoriale emersero abiti, cappotti, fazzoletti, guanti, colletti inamidati, fasce da collo in piquè bianco, una pelliccia d’orso, bretelle, quello stesso guardaroba fu identificato come il documento più completo della moda maschile italiana tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900.
Oggi questa mostra ripercorre brevemente il suo gusto e la sua indomita e sempre viva raffinatezza, quella raffinatezza che ancora ai giorni nostri “suggerisce” come nella collezione “Per non dormire” o quella di “Archivio Privato”; non solo abiti e particolari ma tutto per Gabriele rappresentava un forte desiderio di caratterizzazione e di ricerca del bello, ecco quindi i tessuti della tessitura Lisio creati appositamente per il Vate, e che ancora adesso conservano il fascino assoluto da lui così fortemente perseguito; e la “linea”, l’impeccabilità dei tagli, l’accostamento dei colori e dei “non” colori – prediligeva infatti il grigio, il bianco avorio, il nero – e nasce la collezione Brioni da lui ispirata.
Alcune testimonianze, lettere autografe fotografie filmati, ci presentano un d’Annunzio comunque attento, generoso e ricco di un animo che ancora oggi, pur se a lungo studiato, presenta enigmatici risvolti che lasciano chi si avvicina ancora una volta sorpreso e sempre incantato.

Pubblicato da
Gulizia Leonello

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