Lo affermano l ’Associazione Robin Hood ed il Comitato Stop al Consumo del territorio che ricordano il referendum sulla realizzazione di un autodromo che si terrà il prossimo 14 giugno a Montorio al Vomano
MONTORIO AL VOMANO (TE) -L’Associazione Robin Hood ed il Comitato Stop al Consumo del territorio hanno sostenuto sin dal primo momento la battaglia culturale delle popolazioni di San Mauro. Il suolo è una risorsa fondamentale per l’uomo. Per sua natura al centro di un sistema di relazioni tra uomo e cicli naturali che assicurano il sostentamento della vita, è non solo riserva di biodiversità, ma anche base per la produzione agricola e zootecnica, per lo sviluppo urbano e degli insediamenti produttivi, per la mobilità di merci e persone, per il benessere ed il godimento dei valori estetici.
Lo sostiene nell’introduzione del Rapporto «Il consumo di suolo in Italia» pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) pochi giorni fa. Pur consapevoli, però, dell’importanza vitale affidata al suolo è noto che, soprattutto a causa delle attività antropiche e di scelte di uso poco sostenibili, il consumo di suolo avanza e continua a generare la perdita irreversibile di preziose risorse ambientali e funzioni ecosistemiche, influendo negativamente sull’equilibrio del territorio, sui fenomeni di dissesto, erosione e contaminazione, sui processi di desertificazione, sulle dinamiche di trasformazione e sulla bellezza del paesaggio. E questo con una sottrazione inevitabile di biodiversità del terreno che compromette la disponibilità di risorse fondamentali per lo stesso sviluppo della nostra società. Area artificiali, spesso caratterizzate da processi di diffusione urbana, con una evidente frammentazione del paesaggio sono visibili ovunque e compromettono la salvaguardia di tutti noi.
Il nostro Paese ha un livello di consumo di suolo tra i più alti in Europa, nonostante le peculiarità del territorio italiano dovute alle caratteristiche orografiche e ambientali, che dovrebbero evitare l’espansione urbana in zone ad elevata fragilità ambientale e territoriale. (cit)
Una battaglia quella dei cittadini di San Mauro che vede la sua centralità anche nel dibattito parlamentare è in itinere il disegno di legge per il Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato (AC 2039)
Le citazioni erano doverose per far capire che non si tratta di una battaglia di sterile conservazione di un territorio, non una battaglia di retroguardia ma di una centralità sconcertante nel panorama nazionale.
Noi diciamo no al consumo del suolo
1. Perché il suolo ancora non cementificato non sia più utilizzato come “moneta corrente” per i bilanci comunali.
2. Perché si cambi strategia nella politica urbanistica: con l’attuale trend in meno di 50 anni buona parte delle zone del Paese rimaste naturali saranno completamente urbanizzate e conturbate.
3. Perché occorre ripristinare un corretto equilibrio tra Uomo ed Ambiente sia dal punto di vista della sostenibilità (impronta ecologica) che dal punto di vista paesaggistico.
4. Perché il suolo di una comunità è una risorsa
5. Per senso di responsabilità verso le future generazioni.
Ci chiediamo e vi chiediamo come può un Comune che sposa la causa di rifiuti zero, che ospita la vetrina del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, che ha caratterizzato da anni questa funzione a ritenere sostenibile una tale attività.
Le sirene della modernità per la promozione del progetto hanno fatto riferimento a realtà che, a differenza del territorio individuato, hanno di facile collegamento alla viabilità autostradale, hanno già disponibilità storiche di strutture atte alla ricezione e all’accoglimento. Paragonare Misano Adriatico a Montorio al Vomano è veramente una alchimia.
I cittadini di Montorio al Vomano, non devono avere un atteggiamento egoistico, il progetto non ci tocca, il problema è di altri, quelli di San Mauro, le ripercussioni saranno cittadine.
La battaglia degli abitanti di San Mauro è di civiltà, è culturale, una opposizione al consumo del territorio, un territorio di pregio e quella di una vocazione naturale dell’area. Per questo siamo al loro fianco e lanciamo un appello al no.
Associazione Robin Hood
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