AVEZZANO – Raddoppio Dinopark, nuovo campo da basket della pineta, due sottopassi, due parcheggi, velodromo ed ora i lavori di completamento della storica incompiuta, il Comune Nuovo da 6 piani e 252 postazioni: un’opera che deve riqualificare il quartiere più popoloso di Avezzano. È una corsa a tappe, intensa, quella che il sindaco Giovanni Di Pangrazio traccia in apertura del suo intervento all’avvio dei lavori per il cantiere del completamento del nuovo municipio.
“I lavori pubblici ad Avezzano, in piena estate, viaggiano a tutta velocità – dice il primo cittadino – perché “chi ama fa”. È questa la scritta che campeggia sul manifesto che fa da sfondo alla consegna ufficiale e simbolica delle chiavi del cantiere. Serve all’amministrazione comunale per dire chiaramente che dopo anni di travaglio è arrivata davvero la svolta.
Tanti gli amministratori presenti, a partire dal Presidente del consiglio Fabrizio Ridolfi, il vicesindaco Domenico Di Berardino, l’assessore ai lavori pubblici Emilio Cipollone insieme a colleghi di giunta, consiglieri, dirigenti e poi per l’Agenzia delle Entrate, che avrà uno spazio nella struttura, il Capo Team dell’Ufficio territoriale di Avezzano, dott.ssa Angela Matilde Sansone e la dott.ssa Lucia Valentini e per la Guardia di Finanza, che potrebbe prendere in affitto un immobile del comune, il Tenente Mariano Di Prospero, comandante della Sezione Operativa Volante della Compagnia di Avezzano, in prima fila insieme al maggiore Luigi Strianese, comandante della compagnia dei Carabinieri e all’ispettore Dennis Benedettini della polizia stradale.
Interventi anche di Livio Paris che ha curato la progettazione e dei rappresentanti del raggruppamento di imprese, l’ing. Eleonora Laurini, Direttore tecnico di Unirest e il Geometra Fabrizio Rossi, Direttore tecnico di Berti 1e del dirigente Antonio Ferretti. Saluto conclusivo da parte di don Antonio Salone che per anni ha sollecitato le amministrazione per arrivare a questo risultato.
“Oggi diamo il via ad una storia diversa dopo anni di blocchi, freni, dubbi, incertezze che avevano gettato un’ombra sulla vicenda. Devo ringraziare una squadra compatta di amministratori e tecnici che si sono presi le responsabilità e hanno voluto buttare il cuore oltre l’ostacolo– ha detto il sindaco – La svolta è arrivata con due passaggi. Il primo è la transazione con IRIM, il consorzio di imprese che nell’ambito del fallito project aveva realizzato il palazzo comunale. Agli inizi del 2023, dopo il lodo arbitrale, siamo riusciti a chiudere la partita ad un prezzo inferiore al lodo stesso e il bene è tornato nel nostro patrimonio. Così il comune ha avuto la proprietà dell’immobile da completare.
Il secondo bivio – continua – è quello del PNRR. L’amministrazione comunale ha intercettato 5 milioni di finanziamento del MIT a cui abbiamo aggiunto un mutuo di 2, 5 milioni per completare il tutto e ridare al quartiere il sogno di una volta. Un lavoro di squadra di cui andare orgogliosi anche perché qui non era ferma solo un’opera pubblica ma proprio la casa comunale e il segnale di impotenza della pubblica amministrazione era davvero pesante. Questi lavori di rigenerazione danno fiducia a tutta la città. Tanti, quando dicevo che l’avremmo completata, pensavano fosse un progetto impossibile e invece siamo qui a testimoniare che presto la vedremo interamente realizzata”.
Il tutto per riqualificare 8.825 mq con assoluta centralità dei Criteri minimi ambientali, del criterio di recupero di ciò che è esistente, ed un’offerta migliorativa che mirava al maggior contenimento dei consumi e alla produzione di energia pulita.
Tra le caratteristiche tecniche della struttura, da sottolineare, la parete ventilata con isolamento termico e le pellicole riflettenti interne che respingono il 95% dell’irraggiamento, garantendo comfort anche nei mesi estivi; i film solari su tutte le superfici vetrate che riducono la necessità di ricorrere alla climatizzazione e un tessuto in fibra d’acciaio galvanizzato ad altissima resistenza per i nodi.
Nella gara c’è stata, accanto all’offerta economica, anche la riduzione delle tempistiche di esecuzione previste, fissate ora in 480 giorni anche se il primo cittadino ha fatto un invito “molto deciso” alla ditta e al dirigente a chiudere in poco più di un anno e dare ai dipendenti, al quartiere e agli utenti, la possibilità di entrare presto nella “casa di tutti”.
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