AVEZZANO – Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta dal Direttore Generale dell’Avezzano Calcio, Dott. Renato Ventresca.
“Quello del settore giovanile, seppur nell’ombra del calcio professionistico, è un compito che si avvicina più alla passione ed alla abnegazione di quanti operano quotidianamente con le varie problematiche dei giovani, ma che non è meno importante della vetrina di cui godono i grandi campioni, che rappresentano, da sempre, una speranza ed un obiettivo per tutti quei ragazzi che si avvicinano a questo meraviglioso sport.
Il principale è quello di imparare i fondamentali del calcio divertendosi.
L’intendimento principale della nostra società è quello di educare ed indirizzare i giovani a svolgere un’attività sportiva di rilevanza sociale, che aiuti a determinare una crescita equilibrata, sia fisica che morale, fornendo loro opportunità e mezzi adeguati.
Lo scopo è quello di creare principalmente una scuola di vita e secondariamente una scuola di sport, che educhi i giovani e riesca a formarne degli uomini veri e degli sportivi attivi. Infatti i momenti di insegnamento tecnico del gioco del calcio fonderanno con attività di tipo ludico-propedeutico, nel pieno rispetto di altre importantissime attività (scuola, musica, dottrina ecc.).
A volte, (poche per fortuna) il genitore ambizioso vede già nel suo figlio il nuovo Baggio, caricando il ragazzo di una responsabilità più grande di lui: niente di più sbagliato.
Lasciate che vostro figlio giochi e si diverta, se la dea bendata gli avrà dato due piedini d’oro non preoccupatevi che, prima o poi avrà il giusto merito.
L’Avezzano calcio, con in testa il patron Avvocato Gianni Paris, il Direttore Sportivo Luigi Ridolfi ed il responsabile della scuola calcio Celestino Orazi, sarà ben lieta di avere ‘sfornato’ un campioncino, abbinando, sin dall’esordio, crescita tecnica e qualità educativa.
Pertanto, sarà fondamentale perseguire il prioritario obiettivo di accrescere il livello tecnico specifico e comportamentale dei giovani calciatori, in modo da sostituire nella loro ideologia calcistica l’immagine del campione milionario con quella dell’atleta leale, psicologicamente forte e tecnicamente pronto a spiccare il volo, ma parimenti preparato a modificare senza traumi i propri obiettivi di vita, laddove la futura selezione agonistica non lo veda sicuro protagonista.
L’attività calcistica giovanile è regolata sulla base dei principi dalla Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport (Ginevra 1992 – Commissione Tempo Libero O.N.U. ) in appresso indicata, al fine di assicurare a tutti i bambini e le bambine:
L’U.E.F.A., riunitasi in più occasioni con le federazioni calcistiche associate, nel trattare argomentazioni che riguardano il calcio giovanile e di base in particolare, ha sottolineato i concetti espressi nella carta dei diritti, e per darne più significato li ha evidenziati in un decalogo che si ritiene utile proporre in questo Regolamento:
In queste affermazioni, si richiama l’attenzione circa i modelli educativi a cui si devono riferire tutte le attività promosse, organizzate e praticate nei Settori Giovanili:
Negli intendimenti UEFA, di estrema rilevanza è considerato li ruolo del calcio come agente efficace di integrazione sociale ed è per questo che invita le federazioni a porsi il problema del “recupero” del calcio di strada (grassroots football), soprattutto come filosofia di fondo alla didattica applicata.
La disciplina che i vostri figli apprenderanno sul campo li aiuterà successivamente nella loro vita.
Ovviamente niente che possa segnarli in modo negativo; impareranno a comportarsi in maniera adeguata con tutti, guadagnando il rispetto dei propri compagni ed allenatori.
Con l’aspettativa di giocare il più possibile con il pallone insieme agli amici, il bambino imparerà cos’è la disciplina divertendosi”.
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