AVEZZANO – I carabinieri del Nor dell’Aquila hanno notificato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza (Avezzano) con prescrizione di non allontanarsi dal proprio domicilio dalle ore 20 alle ore 7, a un 30enne originario di Avezzano, al quale e’ stata sequestrata in via preventiva la patente di guida.
Il giovane verra’ inoltre segnalato alla locale Prefettura per la revoca del titolo di guida. L’investimento mortale risale al 2 novembre scorso, quando fu proprio il 30enne a prestare i primi soccorsi ad un’anziana di Marana di Montereale convolta in un investimento nei pressi della sua abitazione. Le indagini dei carabinieri sono risultate difficoltose per l’assenza di testimonianze oculari.
Sono state confrontare le dichiarazioni del giovane con le risultanze ottenute dai tabulati telefonici. Elementi a carico del giovane, dipendente di una ditta di spedizioni sono emersi dall’analisi del cronotachigrafo del mezzo, un furgone che aveva percorso la S.P. 260 “Picente” a una velocita’ superiore a quella consentita. Le indagini si sono cosi’ concentrate attorno al soccorritore, indagato per omicidio colposo dalla Procura della Repubblica (sostituto procuratore Stefano Gallo) per permettere accertamenti irrepetibili non solo sul furgone ma anche su un autobus di linea anche questo sequestrato e subito riaffidato alla societa’ di trasporti una volta accertata l’estraneita’ ai fatti.
L’autopsia eseguita sul corpo dell’anziana investita ha dimostrato come le lesioni riportate fossero compatibili con il mezzo condotto dal giovane corriere. Per gli approfondimenti del caso, sempre il pm Gallo ha affidato le indagini ai militari del Ris di Roma. Mediante la simulazione dell’incidente utilizzando un manichino che aveva le stesse caratteristiche fisiche della vittima, il Reparto speciale di Roma e’ riuscito ad individuare precisamente il punto d’impatto, lo spigolo anteriore destro del cassone, e la successiva dinamica fisica che ha avuto il corpo investito e la sua seguente interazione con il veicolo.
Sul furgone gli investigatori hanno anche rinvenuto fibre riconducibili agli indumenti della vittima dell’incidente stradale, sui quali sono state rinvenute a loro volta tracce di vernice riconducibili al mezzo. Di qui l’incolpazione di omicidio colposo da parte degli inquirenti al giovane conducente al quale non e’ stato possbile applicare la recente norma sull’omicidio stradale poiche’ intervenuta successivamente all’episodio oggetto della contestazione.