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Avezzano, poliziotto sventa due rapine: Nardella chiede riconoscimento per merito

da Marina Denegri

L’agente penitenziario ha sventato una rapina a mano armata in un supermercato di Avezzano: nel 2019 aveva fermato un ladro

foto nardella

AVEZZANO – Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenuta, a firma di Mauro Nardella, segretario generale territoriale UIL PA polizia penitenziaria su  agente penitenziario avezzanese che ha sventato la seconda rapina nell’arco della sua vita.

“Fa parlare ancora di sé il poliziotto penitenziario di stanza al super carcere di L’Aquila. Ieri sera, nel mentre si apprestava ad acquistare prodotti farmaceutici in un noto supermercato di Avezzano, notava che qualcosa di drammatico alla cassa stava accadendo. Resosi conto che si trattava di una rapina a mano armata in atto e dopo un iniziale intervento del cassiere, con un alto senso del dovere, coraggio e capacità operativa si precipitava in soccorso dello stesso rincorrendo dapprima il rapinatore e successivamente, dopo averlo disarmato di un coltello a serramanico, lo bloccava assicurandolo alla giustizia per il mezzo di altri due poliziotti del locale commissariato nel frattempo accorsi.

Già in un passato neanche tanto lontano G.A. si è reso autore di un altro audace intervento.

Correva l’anno 2019 quando il 9 aprile G.A. riusciva a bloccare con altrettanto coraggio un altro ladro resosi autore di un furto in un noto negozio di calzature sempre della località marsicana. Una sensibilità non certo comune quella del basco blu aquilano ed un attaccamento al senso civico fuori dall’ordinario. Molte volte si parla a sproposito del lavoro svolto dal poliziotto penitenziario.

Un lavoro semisconosciuto e spesso oggetto di clamorosi pregiudizi, che proprio per la peculiarità che ha di mettere la sua identità a confronto con criminali di elevato calibro, gli consente di maturare un’innata propensione ad agire con un disarmante coraggio soprattutto, così come ha fatto il quarantanovenne G.A., in questo tipo di situazioni.

L’auspicio ora è che l’Amministrazione di appartenenza gli riconosca il merito e, motivandolo con l’alto senso del dovere, un po’ come è capitato a molti altri colleghi, gli riconosca il merito e solennemente lo promuova al grado superiore”.

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