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Belluso: “A Geoitalia renderemo noti i dati sulla qualità dell’aria”

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La prof.ssa Elena  Belluso dell’Università degli Studi di Torino preannuncia  i risultati di un lavoro di ricerca sulla valutazione dell’inquinamento ambientale da polveri attraverso  l’esame “mineralogico” di polmoni animali

Durante  una Conferenza Stampa che si terrà  Giovedì 22 Settembre ,alle ore 10.30, presso il  Centro Congressi Lingotto di Torino, nell’ambito dell’VIII Forum italiano di Scienze della Terra, verranno presentati i risultati sull’inquinamento atmosferico da polveri. Lo ha annunciato la prof.ssa Elena Belluso del Dipartimento di Scienze Mineralogiche e Petrologiche, Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Amianti e di altri Particolati Nocivi “G. Scansetti”, Centro di Eccellenza sulle Superfici ed Interfasi Nanostrutturate NIS- Università degli Studi di Torino; CNR IGG – Unità operativa di Torino. In un comunicato viene reso noto  il progetto che riguarda la valutazione dell’inquinamento ambientale da polveri (particelle) solide inorganiche naturali ed artificiali tramite l’esame “mineralogico” di polmoni animali.

Si legge nella nota della Belluso:

sino ad oggi, in collaborazione con medici patologi e veterinari  sono stati reperiti ed esaminati polmoni di vari mammiferi (mucche, pecore, cinghiali, cervi, gatti, leoni). Tenendo conto delle caratteristiche fisiologiche (paragonabili a quelle umane) e stanziali, della facile reperibilità e della bassa età al momento del macello (pochi anni), per indagare sullo stato recente dell’aria e su possibili situazioni di inquinamento in ambito extraurbano (rurale e montano) risultano particolarmente adatte mucche e pecore. Lo studio condotto per esempio su mucche delle Valli di Lanzo (Piemonte occidentale) ha messo in evidenza presenza di particelle e fibre di biossido di titanio (particolato inorganico artificiale), di particelle fillosilicatiche (derivanti da rocce e dai materiali edilizi) e amianto da sorgente naturale (rocce affioranti). Le quantità rilevate non indicano una situazione di inquinamento ambientale nelle aree esaminate. Inoltre in autunno (in collaborazione con medici, veterinari e biologi universitari e del SSN) dovrebbe iniziare uno studio pilota su polmoni di ratti prelevati in varie aree della città di Casale Monferrato (AL). Date le abitudini di vita dei suddetti roditori (tipicamente frequentano scantinati e sottotetti, spostandosi attraverso cunicoli sotterranei e condutture), questo sistema sentinella animale potrebbe essere particolarmente indicato per determinare la possibile presenza di sorgenti di dispersione di amianto non mappate.

La Belluso ha spiegato inoltre  quali particelle presenti nell’aria interferiscono con la respirazione e gli effetti che producono nell’uomo:

le polveri solide inorganiche costituiscono un normale componente dell’atmosfera; tipo, quantità e dimensioni delle particelle variano in funzione delle caratteristiche locali (topografia del territorio, precipitazioni e venti, litologie affioranti, suoli etc). Nell’aria delle aree antropizzate  sono presenti particelle correlate alle diverse attività svolte e alle caratteristiche delle strutture edilizie ivi presenti. Non tutte le particelle presenti nell’aria interagiscono però con gli esseri viventi. Tramite la respirazione, solo una parte delle particelle aerodisperse entra nell’apparato respiratorio degli esseri umani ed animali; la frazione più fine penetra nei polmoni dove permane per tempi anche molto lunghi ed è in grado di determinare l’insorgenza di patologie acute e/o croniche (per esempio mesotelioma dovuto ad amianto, silicosi dovuta a silice cristallina, asma dovuto a PM2.5 etc). I polmoni, fungendo da campionatori selettivi del particolato, forniscono la “registrazione” della situazione ambientale dell’aria e di stati di inquinamento per quanto riguarda le particelle direttamente coinvolte con l’apparato respiratorio.

I dati ottenibili dai polmoni sono quindi più utili di quelli registrati tramite i campionatori di aria  ma sicuramente più complessi da produrre.

I polmoni umani, che costituiscono i campioni di studio più adatti, sono difficilmente reperibili ed inoltre le particelle contenute sono relative al passato anche remoto e attribuibili a molteplici sorgenti quasi mai univocamente identificabili (luogo di lavoro, di dimora, di attività ludico-sportive, tabagismo etc), addirittura occulte. Facilmente reperibili sono invece i polmoni animali, inoltre in questi il contenuto di polveri non risente di fattori confondenti né è correlato ad esposizioni lavorative. Gli animali costituiscono un ottimo sistema sentinella indicatore di inquinamento ambientale, relativamente alle aree in cui vivono.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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