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Il Bilancio di Previsione 2016 della Regione Abruzzo

da Redazione

regione abruzzoABRUZZO – Il disegno di legge regionale concernente il bilancio di previsione pluriennale 2016-2018 della Regione Abruzzo si inserisce in un contesto difficile per il nostro paese e per la nostra regione. I pesanti tagli operati negli ultimi anni al sistema delle Regioni, i buchi di bilancio delle società partecipate, il deficit pregresso del sistema sanitario regionale, hanno fatto si che sempre di più il bilancio ordinario di previsione della Regione Abruzzo sia incapace da un lato di orientare la spesa verso obiettivi di crescita e dall’altro di consentire il necessario finanziamento dei servizi e delle funzioni regionali.

CGIL, CISL, UIL, esprimono forti preoccupazioni anche sul fronte delle entrate, a causa delle minori entrate indirette e della situazione di crisi della nostra regione che potrebbe portare ad una diminuzione delle entrate dirette. Altro aspetto da tener presente sono i rendiconti 2014-2015 non ancora approvati così come richiesto dalla Corte dei Conti.

Il bilancio di previsione 2016 – 2018 della Regione Abruzzo, così come proposto dalla Giunta Regionale in data 15.12.2015, è un documento non orientato alla crescita, con poche risorse per i servizi resi ai cittadini abruzzesi e non consente il finanziamento totale di tutte le spese incomprimibili. I temi dello sviluppo restano legati al Masterplan, ai fondi strutturali europei e ai fondi di coesione non ricompresi nell’intesa da fare con il governo.
La spesa regionale risulta essere penalizzata a causa dei tagli operati dalla legge di stabilità nazionale in corso di approvazione i quali, sommati a quelli operati negli anni passati, generano delle forti criticità nel bilancio regionale. Ulteriore motivo di difficoltà sta nella necessità di accantonare risorse per ripianare i debiti provenienti dagli esercizi precedenti che hanno portato ad un importante indebitamento diretto ed indiretto della Regione Abruzzo.

In una situazione critica quale quella sopra descritta, sono da censurare gli interventi legislativi c.d. “omnibus” che prevedono interventi economici a pioggia sulle diverse materie di competenza regionale. Al contrario il bilancio dovrà concentrare le sue risorse sulle politiche sociali, sulla salute, sui trasporti, sulla riforma delle Province e delle società partecipate, sui servizi educativi, sul diritto allo studio, sulla cultura e sulla casa nonché realizzare per tappe, il graduale ma strutturale abbattimento integrale della fiscalità di svantaggio.

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