PESCARA – Il gup del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha rinviato a giudizio davanti alla Corte d’Assise di Chieti i genitori e il nonno di un bimbo di tre anni morto il 24 maggio 2014 dopo essere stato investito da un treno regionale in prossimita’ della stazione San Marco, a Pescara. La madre del piccolo e’ accusata di abbandono di minori, mentre il padre e il nonno sono accusati di concorso in omicidio colposo.
Della vicenda non si occupera’ il Tribunale collegiale poiche’, quando a seguito dell’abbandono si verifica la morte, in virtu’ dell’articolo 5 lettera C del codice di procedura penale la competenza e’ della Corte d’Assise. Il processo a carico dei tre, assistiti dagli avvocati Antonio Valentini e Luca Sarodi, prendera’ il via il 3 febbraio.
Il giorno della tragedia la piccola vittima era in compagnia del fratellino di due anni e pochi giorni dopo era stato lo stesso pm titolare dell’inchiesta, Giuseppe Bellelli, insieme agli uomini della Polfer, a effettuare un sopralluogo, ripercorrendo il percorso seguito dal piccolo e dal fratellino uscendo da un buco del recinto di casa, che si trova a poca distanza dal tracciato ferroviario.
Nello specifico, secondo l’accusa, la madre avrebbe dovuto porre attenzione ed evitare che, indisturbati, i bimbi potessero allontanarsi. Il padre e il nonno, proprietario della casa dove abita la famiglia, sono sotto accusa per la mancata riparazione di un buco nella recinzione. Il nonno e’ accusato di non aver provveduto a riparare la recinzione del box dei cavalli, mentre il padre avrebbe permesso che i figli rimanessero incustoditi a giocare nell’area retrostante l’abitazione che aveva un’apertura direttamente collegata con la sede ferroviaria.