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Blundo all’inaugurazione dell’anno giudiziario al TAR

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La Senatrice del M5S: «Le amministrazioni siano più corrette e trasparenti»

L’AQUILA – «Anche quest’anno ho partecipato volentieri alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario del TAR abruzzese e ho particolarmente apprezzato la relazione esposta dal Presidente Antonio Amicuzzi, che ha evidenziato tra l’altro l’esigenza di ridurre il più possibile gli arretrati, per garantire un tempestivo esame della documentazione di quelli in ingresso ed evitare ritardi nella trattazione di quelli più urgenti».

Commenta così la Sen. Enza Blundo a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del TAR Abruzzo.

«Il TAR – prosegue la Senatrice M5S – è un presidio indispensabile alla giustizia, poiché garantisce i diritti dei più deboli e il nostro tribunale amministrativo lavora molto bene, nonostante le normative siano farraginose e non consentano una linearità di interpretazione. Lo dimostra anche l’inappellabilità che c’è stata per il 70% delle sentenze». «Mi unisco all’ invito rivolto a tutte le amministrazioni locali abruzzesi ad applicare maggior legalità e trasparenza e sottolineo tale necessità evidenziata dagli intervenuti per raggiungere l’obiettivo di diminuire il contenzioso amministrativo».

«Ho molto apprezzato – aggiunge la cittadina al Senato – le ulteriori affermazioni del Presidente Amicuzzi il quale, nell’evidenziare la riduzione dei numeri di ricorsi da trattare, non ha sottovalutato che possa dipendere anche dalla decadenza dei termini previsti di cinque anni ed ha riconosciuto la gravità nell’ impedire in questo modo ai cittadini di ottenere una doverosa giustizia».

«Altro aspetto preoccupante è il contributo unico, che ha reso i costi della giustizia talmente eccessivi da indurre le persone a dover rinunciare a far valere i propri diritti, come per esempio nel caso dei ricorsi al TAR per gli appalti, il cui costo si aggira attorno ai 20mila euro. Uno scenario che verrebbe ulteriormente aggravato se non venissero salvaguardate le Corti d’Appello decentrate e più vicine al territorio come quella di L’Aquila» – conclude Blundo.

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