” In Aula , nel mio intervento di fine seduta , ho sollecitato il Governo affinché venga dato urgente riscontro, tramite risposta scritta del Ministro dell’Ambiente, del Territorio, del Mare e del Ministro della Salute , alla mia interrogazione presentata il 28 Maggio 2013 , ancora inevasa, sullo stato di emergenza ambientale e sanitaria che continua a persistere nell’area industriale di Bussi.?Trovo sconcertante che le risorse economiche per la messa in sicurezza del sito siano relative a una previsione di tetto massimo stimata in 15 milioni per l’anno 2011, 20 milioni per l’anno 2012, 15 milioni per l’anno 2013, a fronte di un danno ambientale enorme, valutato dall’Ispra di circa 8,5 miliardi di euro e una contaminazione di circa 2 milioni di metri cubi di terreni.In seguito all’intervento nel 2007 del Corpo Forestale dello Stato a carico in primis di attività illecite della Ex Montedison, i suddetti stanziamenti per la bonifica e l’industrializzazione sono stati intercettati dai fondi del Decreto n. 39/ 2009 Emergenza Abruzzo, ma non sono stati previsti dal Governo altri finanziamenti da destinare esclusivamente a un territorio già individuato come “sito di bonifica di interesse nazionale” . Le criticità si riscontrano nell’area del sito industriale, dove i dati attestano l’evidente superamento delle soglie limite di contaminazione, sia per la falda superficiale che per quella profonda. Si è creduto che la chiusura di pozzi d’acqua contaminati potesse essere risolutiva,” – continua la parlamentare – “ma non si può ignorare che la contaminazione dei terreni implica necessariamente la conseguente compromissione dell’integrità delle acque del basso Tirino da cui sono lambiti, che vengono poi utilizzate per l’irrigazione nella Val Pescara.?La situazione di mancata tutela dell’incolumità pubblica , su cui l’interesse si è riacceso dopo la pubblicazione dello schiacciante report dell’Istituto Superiore di Sanità, è resa ancora più grave dalla disinformazione mediatica a danno degli abitanti di Bussi che, oltre ad aver riportato gravi problemi di salute causati dalla presenza in passato di sostanze tossiche e cancerogene nell’acqua, sono stati di recente anche dipinti come silenti complici dei giochi criminali che le multinazionali e i responsabili di mancati controlli ambientali hanno voluto infliggere a questa zona. Nel mio intervento ho ritenuto opportuno precisare che non è l’intera area di Bussi ad essere contaminata, in quanto la zona situata a monte e interessata dal Fiume Tirino si caratterizza per un quadro paesaggistico di inestimabile bellezza e valore, intorno a cui gravita un sistema turistico ed economico di fondamentale importanza. Per la tutela dell’economia locale, questo grande patrimonio naturalistico non può essere confuso con l’area inquinata, sulla quale andrà incentivato un apposito piano di reindustrializzazione successivo ad una reale bonifica e messa in sicurezza del territorio.Oltre alla mia interrogazione, sono state inviate dai colleghi del Movimento 5 Stelle altre sollecitazioni al Ministero dell’Ambiente, all’Ispra, all’Arta e al commissario Goio per chiedere se esista o meno un piano di confinamento delle aree inquinate, se sia stato messo in atto un piano di monitoraggio della falda superficiale e profonda e se sia stato adottato un piano finalizzato al ripristino ambientale della zona, domande alle quali ci auguriamo possa esserci in tempi rapidi una risposta ” , conclude Blundo.
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