L’AQUILA – «La storia della Signora Clotilde, 91enne ed invalida civile al cento per cento, non è di sicuro un singolo caso, in Italia e con le attuali norme in questo periodo di crisi tali casi aumentano». «Siamo riusciti oggi a bloccare un vergognoso sfratto esecutivo con intervento delle forze dell’ordine nei confronti di una donna anziana e a far riconoscere le sue condizioni di salute fisica precaria fino ad oggi sottovalutate. Ho eletto il mio ufficio politico presso la sua abitazione in località Torrione, via Massimo Leli 3m, luogo dal quale, da questo momento in poi, curerò alcune delle pratiche che sto seguendo anche presso il Senato della Repubblica e sarà di riferimento per farmi pervenire le vostre richieste o segnalazioni».
È quanto afferma la Sen. Enza Blundo del Movimento 5 Stelle.
«Un ingiusto quanto inspiegabile accanimento della Banca del Fucino nei suoi confronti aveva messo la signora Clotilde nella condizione di dover fare i bagagli di una intera vita e trasferirsi altrove, dopo aver vissuto per ben 62 anni in quella casa».
«Tutto è nato – prosegue Blundo – addirittutura 26 anni fa quando il figlio maschio della signora contrasse un debito con la Banca del Fucino pari a 5 milioni di lire e in secondo tempo, circa 16 anni or sono, anche la figlia femmina richiese un prestito, poi concesso, di 8 milioni di lire. In tutto un debito di 13 milioni di lire pari a circa 6,500 euro di oggi, che negli anni per effetto di continui rimandi e costanti comunicazioni giudiziarie che ne hanno impedito ogni forma di prescrizione, è arrivato a una cifra di 40mila euro. Come dire che 13 milioni, in ventisei anni sono lievitati fino a diventare 80 milioni di lire. Nonostante i ricorsi presentati i giudici stavano acconsentendo ad eseguire uno sfratto nei confronti di una persona totalmente invalida e di quella età, condizione che malauguratamente per ovvie ragioni, l’avrebbe portata a morire per il dolore».
«Neppure la Banca del Fucino aveva accolto le proposte di rientro – aggiunge la Senatrice pentastellata – perché in tutti questi anni, nonostante la signora Clotilde e i suoi due figli si siano prodigati per risolvere al meglio la situazione e si sono sentiti rispondere sempre che non era possibile accettare le loro proposte di rientro da parte dell’ente in quanto dovevano pagare tutto il contenzioso subito e in contanti. Da lì è nata dunque la lunga diatriba legale che ha coinvolto tutta la famiglia e la loro unica proprietà».
«Un vero e proprio atto persecutorio nei confronti della famiglia di Clotilde dalle ragioni del tutto incomprensibili».
«Persecuzione avvalorata anche dalla ‘interpretazione’ della legge da parte dei giudici, ma le leggi in questo paese sarebbe il caso che iniziassero ad essere applicate e non interpretate a piacimento e con la discrezionalità di chi ha il potere di farlo, altrimenti non esisterà mai nessun tipo di giustizia e anzi, in nome di una falsa giustizia si continuano a penalizzare sempre i più deboli».
«Valutata dunque tutta la situazione ho deciso di eleggere il mio ufficio politico presso il domicilio della signora Clotilde, per effetto del quale non sarà sfrattata ma nel frattempo mi sto adoperando anche per trovare una soluzione soddisfacente sia per la famiglia sotto sfratto e sia per la banca, affinché quest’ultima accetti il rientro proposto dal legale di parte e la smetta una volta per tutte di vessare l’anziana donna invalida e la sua famiglia e la lascino vivere in pace coi suoi figli dentro la casa dove è sempre vissuta».