Lo afferma la parlamentare aquilana del M5S Enza Blundo, Vice Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza.
«La storia di L. – prosegue l’esponente pentastellata – è ancora più sorprendente perché i servizi sociali di Perugia si sono arrogati il diritto di deciderne l’improvviso trasferimento nel territorio umbro, nonostante il Tribunale per i Minorenni dello stesso capoluogo abbia da tempo negato la propria competenza territoriale, riconoscendo quella del Tribunale per i Minorenni di Milano nel cui circondario la minore, seppur vivendoci stabilmente da oltre due anni, non risulta essere residente per una banale omissione dell’ente affidatario».
È evidente che, con tale scelta, si sradichi nuovamente una adolescente che invece dovrebbe essere aiutata a preservare i legami relazionali che ha già costituito e si renda ancor più difficoltoso un progetto di rientro in famiglia».
«Mi chiedo per quanto tempo ancora continueranno a imperversare l’autoreferenzialità dei servizi sociali, la burocrazia e la mancanza di coordinamento tra i tribunali per i minorenni e gli altri organismi che, con mani esageratamente libere, operano nel settore, al punto da decidere, in molti casi arbitrariamente, la collocazione del minore, condizionandone di fatto la crescita psico-fisica e gli affetti? Sul caso in particolare ho deciso di chiedere una inchiesta parlamentare per verificare i criteri di scelta utilizzati dai soggetti chiamati alla tutela della minore» – conclude Blundo.
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