Riceviamo e pubblichiamo la nota di Marco Borgatti: “Saluto senza nessuna preoccupazione l’arrivo dei 30 migranti a Roseto”
ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) – “Non bisogna mai fomentare una guerra fra poveri. La storia insegna che questo è il preludio di drammi sociali ed è la scusa ricorrente di chi “comanda” per continuare a vessare i poveri. Mai associare una etnia diversa alla delinquenza. Mai confondere criminalità ed immigrazione. Sono state espresse paure per eventuali “ribellioni” sul web che trovo assolutamente infondate. Un uomo o una donna si ribellano quando vengono vessate. Gli immigrati sono insorti a Rosarno ma ovviamente stiamo parlando di una situazione ignobile di sofferenza e schiavitù che ben è lontana dalla situazione di Roseto con i suoi 30 immigrati. La paura che molti hanno è dovuta alla non conoscenza. Esistono italiani che rubano ed immigrati a pulire le strade. Così come troverete stranieri che praticano attività illegali. Il tutto non è legato al paese di nascita ma al libero arbitrio del uomo. Troverete il bene ed il male nel vicino italiano o nel più lontano straniero.
La paura non consente di ragionare e spesso è usata da chi comanda per continuare a far davvero delle porcate. Prendete una fattispecie simile una guerra fra poveri , fra i precari ed i disoccupati.Un datore di lavoro ti costringe a lavorare di più ed a meno perché fuori c’è un disperato senza lavoro che prenderebbe il suo posto subito anche se in condizioni ignobili di orario,sicurezza e retribuzione . Chi è il nemico? Il precario? Il disoccupato? Perché il disoccupato e il precario devono temersi? Chi ci guadagna in questa guerra? La risposta la sapete. Funziona allo stesso modo per immigrati ed italiani. Usare la paura per guadagnare consenso è facile .Difficile è cambiare le cose davvero e vincere la paura Le parole giuste sono come molte medicine : spesso amare , poco gradite ma servono per guarire.
Aver paura che un immigrato tolga lavoro o alloggio è un pretesto montato da politici inetti per mantenersi al governo di una città o di una nazione mascherando così la loro incapacità di affrontare i problemi di casa e lavoro. Bisogna aver paura di questi politicanti incapaci non di chi ha un diverso colore della pelle.”