“La Direttiva n. 2 del 2019 per gli enti è un optional. Nessuno si è preoccupato di aggiornare i Piani di Azioni Positive entro il 31 gennaio”
TERAMO – In un momento storico in cui si parla tanto e frequentemente di parità di genere, i Piani di Azioni Positive rappresentano uno strumento indispensabile per eliminare ogni forma di discriminazione tra uomini e donne. Anche nel settore pubblico si registrano episodi di discriminazione che compromettono l’utilizzo ottimale delle risorse umane e vanno a minare il benessere organizzativo.
Ma soprattutto rafforzano quella sensazione di incompiutezza che proviene dalla consapevolezza che manca ancora molto alla formazione di una nuova mentalità e all’affermazione di un processo culturale improntato ad una società equa, tollerante e rispettosa dei diritti delle donne. C’è ancora tanto da fare e la conferma arriva dalla scarsa sensibilità dimostrata dai comuni della provincia di Teramo, che avrebbero dovuto trasmettere preventivamente il Piano di Azioni Positive alla Consigliera di Parità della Provincia territorialmente competente.
“Ho cercato in tutti i modi – afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri – di invitare i comuni e tutti gli enti pubblici ad adempiere, ma i risultati non sono stati lusinghieri. Pertanto tutti gli enti che, pur rispettando l’art. 48 del D.Lgs. n. 198 del 2006, hanno completamente ignorato la direttiva n. 2/19, che introduce nuovi termini per l’approvazione dei Piani di Azioni Positive, che vanno aggiornati entro il 31 gennaio di ogni anno, non potranno comunque assumere altro personale, compreso quello appartenente alle categorie protette, e le assunzioni effettuate in mancanza della suddetta trasmissione dei P.A.P. entro il nuovo termine, sono nulle e non possono essere sanate dalla loro successiva approvazione.
Faccio, altresì, presente che le lettere inviate dall’ufficio della Consigliera di Parità e indirizzate ai Sindaci dei comuni della nostra provincia per verificare se erano stati predisposti i Piani triennali di Azioni Positive, rappresentavano anche un invito a sanare eventuali inadempienze, ma ad esse hanno dato riscontro solo 13 comuni su 47, oltre che la Provincia di Teramo. In sintesi solo questi enti hanno dimostrato di essere in regola con l’adozione dei Piani di Azioni Positive. Un numero esiguo che denota una totale mancanza di rispetto delle normative che hanno proprio lo scopo di focalizzare l’attenzione su argomenti riguardanti la parità di genere, e la necessità di un imponente cambio di passo”.