C5, AcquaeSapone: venerdì sera arriva la rivelazione Cogianco

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CITTÁ SANT’ANGELO (PE) – Dopo la parentesi di Coppa Italia l’AcquaeSapone si tuffa nuovamente sul campionato dove venerdì sera sfiderà al Pala Castagna la Cogianco, squadra che a sorpresa ha ottenuto la finale di Final Eight. Il tecnico Bellarte che da lunedì mattina è al lavoro con la squadra per preparare al meglio il prossimo match, ha espresso il suo pensiero dopo l’uscita dalla Coppa Italia:

“Sin dall’alba dei tempi, esistono due Contese: la prima descritta dal poeta Esiodo, nella prima testimonianza che la civiltà greca conosca, stimolante l’agonismo; e la seconda che ha come idolo del pensiero Julian Ross, personaggio di un famoso cartone animato, e abita quello spazio sottile e delicato posto fra la realtà e il sogno, lo spazio della fantasia.

La prima porta alla creazione dell’uomo agonale, in cui l’artigiano gareggia con l’artigiano, il cantante con il cantante, l’allenatore con l’allenatore, e il calciatore con il calciatore. Descritta dalla frase di Omero “essere sempre il primo e il migliore di tutti”, che rende necessario l’agonismo nell’uomo, che quanto più grande e sublime diventa, tanto più violenta è la fiamma dell’ambizione che divampa in lui, divorando chiunque prenda la sua stessa strada. L’altra è quella che vede accanto all’eleganza e al tocco di palla, al carisma, alla visione profetica del gioco, alla dinamicità di scambi, movimenti, passaggi, anche la malattia cardiaca congenita dell’idolo Julian; un giocatore dai tocchi di classe e dai lampi di genio, costretto a coesistere con i suoi limiti invalicabili e fare i conti con essi; una filosofia che suscita fascino e meraviglia, con tracce di bellezza e armonia, segni distintivi che non si possono dimenticare; un modo di intendere la competizione nel modo stesso in cui l’etimologia della parola indica: dal latino cum-petere cioè “ricercare assieme”, “incontrarsi”, “coincidere”. Ecco, per essere fieri di se stessi, basterebbe sapere che la fantasia non finisce quando cala il sipario, quando si spegne la TV, la fantasia illumina sempre i bordi della realtà e finisce per mostrare che essa, alle volte, è imperfetta, perché l’imperfezione è nella natura stessa dell’uomo”.

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