Dopo l’addio a Pratola Peligna, il bomber abbraccia una nuova stimolante avventura alla soglia dei quarant’anni
CHIETI – Fabiano Di Muzio, ormai entrato di diritto nella storia del Calcio a 5 abruzzese con i suoi oltre 550 gol in carriera, riparte a quasi quarant’anni dal Gymnasium Audax Hatria.
Per lui è la prima volta in carriera che a metà stagione si vede costretto a cambiare squadra: il bomber aveva infatti iniziato la stagione a Pratola ben comportandosi (11 reti nelle prime cinque giornate), poi il divorzio e ora l’approdo ad Atri.
Tanti gli stimoli nuovi per un giocatore che nella sua lunga carriera ha giocato per tantissimo tempo a Chieti, poi anche a Pescara, Loreto e poi appunto Pratola, segnando circa 100 gol in Serie A1, 100 in B, 300 in A2, 50 in C2, insomma una media stagionale assolutamente pazzesca.
Già due partite al suo attivo nell’Hatria: quattro gol e due assist al suo attivo e soprattutto due importanti vittorie per la squadra che si trova in piena lotta per la salvezza. Questa la nostra intervista con Fabiano Di Muzio.
Com’è nata questa nuova avventura sportiva ad Atri?
“Sono ripartito da Atri con l’entusiasmo di sempre: la squadra disputa la Serie B, Girone D. Questa esperienza nasce dalla voglia che mi assiste ancora di voler continuare a giocare, con una motivazione anche superiore rispetto alle altre mie avventure visto che la chiamata dell’Hatria è stata molto insistente. Si vuole puntare alla salvezza della squadra che ha ora una classifica un po’deficitaria. Ringrazio la società che ha pensato a me per cercare di fare questa impresa. Ho desiderio di rivalsa perché il rapporto con il Pratola, che io avevo abbracciato la scorsa estate, si è concluso anzitempo per motivi non dipendenti da me, ci siamo comunque lasciati senza rancore. Ora ho grandi stimoli e cercherò di dare il massimo ad Atri”.
Come ti sei immedesimato in questa realtà e come soprattutto ti hanno accolto?
“L’Hatria mi aveva già contattato la scorsa estate, poi, per motivazioni varie sia mie personali sia loro, la trattativa non era andata in porto e sono andato a Pratola. Questa avventura è iniziata da poco, devo ancora inserirmi al meglio in questa squadra e nel suo gioco anche se sono navigato in questo sport. L’ambiente è molto bello, no notato grossa passione e serietà da parte dei dirigenti, competenza dello staff tecnico e un desiderio grandissimo di arrivare alla salvezza. Oltre che per me, sono stati fatti altri sacrifici economici visto che sono arrivati ragazzi anche brasiliani che potranno dare una grossa mano alla causa. Per quanto mi riguarda ci vorrà qualche partita per prendere il giusto ritmo, anche se in realtà l’inizio è stato più che promettente con quattro reti e due assist in due partite da me disputate. Ci sarà comunque la pausa natalizia che mi permetterà di allenarmi e conto di essere al top per il girone di ritorno che inizierà il 7 gennaio. A Pratola mi trovavo bene, avevo segnato undici gol nelle prime cinque partite, conoscevo l’allenatore Vinicius sia come giocatore che come mister, poi si è interrotto il rapporto con la società anzitempo. Spero ad Atri di poter continuare a dare il mio contributo a questo sport che amo, mi dispiace sono essermi dovuto fermare per un po’perdendo così il ritmo partita: mi sono allenato anche da solo per due o tre settimane, ma io mi sono dato come tempistiche l’inizio del girone di ritorno per fare tutto il 2017 calcistico ad Atri nella giusta maniera”.
Guardando indietro, quali sono le motivazioni per le quali sei andato via da Pratola?
“Sinceramente è un mistero. Mi viene da pensare che la società abbia fatto delle valutazioni economiche. Pratola è sempre molto attiva sul mercato: l’estate scorsa avevano fatto una valutazione per prendere me senza fare troppe considerazioni precise, poi magari in corsa si sono accorti che forse per un giocatore di quasi quarant’anni avevano investito una cifra troppo alta e probabilmente avrebbero potuto prendere al mio posto tre o quattro giocatori anche molto più giovani di me. Ci siamo lasciati senza rancore: ci tengo però a precisare che la motivazione del divorzio da Pratola non è né di carattere tecnica (avevo fino ad allora segnato ben undici reti) e né disciplinare. È stato fatto tutto per via telefonica ed anche quando sono andato a riprendere la lista di trasferimento non ho parlato con i vertici della società”.
Quale obiettivo ti poni ora?
“Prometto ai tifosi il massimo impegno e la voglia di allenarmi bene che alla mia età è una dote importante. Questa per me è un’annata particolare: è la prima volta in tutta la mia carriera che mi capita di cambiare squadra a metà stagione, questo mi potrebbe al momento creare qualche piccolo problema sia a livello di condizione e tattico perché si hanno ancora nella testa gli schemi della squadra in cui si giocava in precedenza, bisogna cioè cambiare totalmente modo di giocare. A dire il vero però già mi sono inserito bene nei meccanismi del mister. Cosa dico ai tifosi? Non prometto una cifra precisa di gol, ma spero di farne di decisivi per ottenere la salvezza. Metto al servizio dei compagni la mia professionalità ed esperienza: ci sono giovani molti giovani interessanti qui e li ho già notati dal modo in cui si allenano e giocano, spero di essere utile alla loro crescita. Vedendo la classifica oggi, potrebbe sembrare difficile arrivare alla salvezza, ma io ci credo: per stare tranquilli ci si deve mettere sotto ben cinque squadre, ho potuto vedere i sacrifici della società sul mercato e dunque mi sento di dire che l’impresa è possibile”.