«Facendo le debite proporzioni, mi è sembrato di rivivere la partita di due anni fa, quando perdemmo 7-0 a Cassano nei playoff. La stessa spiacevole sensazione, la stessa pessima figura, tant’è vero che sull’8-2 me ne sono andato. Io sono disposto a perdere, fa parte del gioco, ma non così, non in questo modo. Questa società non merita spettacoli simili, soprattutto in un periodo di crisi generale come questo, in cui per portare avanti una realtà come la Tombesi facciamo tutti sacrifici. Prima della partita ho parlato con il mio “collega”, il presidente del Buldog, e in base alle sue parole, facendo un rapido calcolo, la sua squadra costa un quinto della nostra. In campo però non vanno gli ingaggi, ma i giocatori, e ciò che si è visto oggi è inammissibile. Io non so se sia un problema di condizione fisica, di organizzazione in campo o se ci siano altri fattori, so solo che i nostri avversari arrivavano sistematicamente prima di noi sul pallone, che correvano di più e che, soprattutto, c’era una differenza incredibile di atteggiamento e di voglia in campo. Tutti hanno le loro responsabilità, nessuno escluso. Come ho già detto in altre occasioni, da quest’anno alla Tombesi la musica è cambiata, non sono più disposto a regalare soldi a nessuno. Il primo dicembre si riaprirà il mercato e faremo le nostre valutazioni».
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