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Camera di commercio Gran Sasso d’Italia, Del Re chiede maggiore chiarezza

da Redazione

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L’AQUILA – “É necessario che la Camera di commercio dell’Aquila, sulla formazione della nuova Camera di commercio del Gran Sasso d’Italia, delinei in maniera inequivocabile il percorso da fare, con atti formali, che evitino ogni errata interpretazione. Alla luce della delibera di giunta dell’ente camerale teramano, che ha optato per la sospensione della fusione, dall’Aquila non è arrivata alcuna decisione formale, né è stata presa una posizione ufficiale”.

É quanto dichiara il direttore della Cna della provincia dell’Aquila, Agostino Del Re, che richiama “ad un atto di responsabilità. La Camera di commercio aquilana è deputata e delegata a rappresentare gli interessi dell’intero sistema economico-sociale e culturale del territorio. Un ruolo che, negli ultimi mesi, è venuto meno dando la sensazione di un immobilismo dell’ente e di una totale mancanza decisionale e di operatività sottolineata, a più riprese, da quasi tutte le associazioni di categoria. É trascorso troppo tempo”, evidenzia Del Re, “l’Ente Camerale Aquilano deve chiarire, in modo inequivolcabile, la sua posizione in merito all’accorpamento con Teramo: far intervenire un soggetto terzo, in questo caso la Regione, con il rispetto dovuto, per decidere il futuro di due territori, non depone a favore della capacità decisionale e gestionale degli enti camerali. Chiediamo al presidente della Camera di commercio dell’Aquila, Lorenzo Santilli, e alla giunta tutta di assumere una posizione ufficiale, alla luce degli ultimi accedimaneti, con un atto che faccia chiarezza sulla posizione dell’ente e che non dia adito a libere interpretazioni. Ben altro, rispetto a quella che emerge attualmente, deve essere la capacità di governare un ente pubblico, che non può limitarsi al solo espletamento dell’ordinaria funzione di rappresentanza. Chi governa deve assumersi le prorpie responsabilità”.

Del Re ricorda come dall’ultimo incontro, a Teramo, con tutte le associazioni di categoria, non è emersa una contrapposizione netta alla fusione, e la Camera di commercio dell’Aquila, contribuisca all’allungamento dell’iter senza arrivare ad una conclusione, sancita con atti formali. Il percoso di fusione, avviato nel 2016, ben tre anni fa”, sottolionea Del Re, “si è arenato per gli elementi di perplessità venuti fuori pian piano. Oggi siamo in un limbo che non giova alle associazioni di categoria, né agli imprenditori, in cui la Camera di commercio dell’Aquila, non deve deludere le aspettative a cui l’ente è preposto”.

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