PESCARA – Il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri,i consiglieri comunali di Cepagatti Monica Ciuffi e Paolo Di Domizio rendono noto l’esito del sopralluogo odierno, con la Commissione VIA, relativo al progetto delle Vasche antiesondazione sul territorio di Rosciano e Cepagatti.
Nel loro comunicato viene sottolineato che per tale progetto ,prima del parere da parte della Commissione di VIA, andrebbe ancora rivista la procedura stessa di revisione del progetto.Inoltre manca lo studio sull’habitat, manca lo studio sulle terre e rocce di scavo, manca lo studio sulla Valutazione Ambientale Strategica e non si sa neanche chi sarà il Responsabile dell’Istruttoria.
“Nei mesi scorsi il Governatore D’Alfonso è riuscito a sbloccare l’iter di un progetto iniziato con il Governo Chiodi, ossia la realizzazione delle 5 vasche o bacini di laminazione, ossia le vasche di espansione, necessarie per permettere al fiume Pescara di esondare in occasione delle piene ventennali, trentennali e cinquantennali, un’opera – hanno riepilogato il Capogruppo Sospiri e i consiglieri Ciuffi e Di Domizio – oggi obbligatoria perché nel tempo molti Comuni che corrono lungo l’asta hanno cementificato le aree naturali di esondazione e tutti ricordiamo gli effetti su Pescara dell’alluvione del 2 dicembre 2013, quando è stato necessario evacuare l’intero quartiere di Villaggio Alcyone e l’acqua ha invaso la golena sud e quella nord. Ora il progetto prevede la realizzazione di quelle vasche negli abitati di Rosciano e di Cepagatti perché, paradossalmente, sono stati i Comuni più virtuosi, ossia i soli due Comuni che hanno lasciato correttamente libero il territorio a ridosso del fiume. Le vasche vengono dunque realizzate, e, dovendo acquisire i terreni necessari per le opere, ciò accadrà tramite una legge che stabilisce la Servitù di allagamento, ovvero non ci saranno espropri veri e propri, anche per evitare il rischio di contenziosi che avrebbero allungato i tempi di cantiere con il rischio di perdere i 54milioni di euro di finanziamento, dunque i terreni, tutti di natura agricola, non verranno tolti ai proprietari, ma ci sarà solo una servitù e i proprietari potranno continuare a coltivarli, imponendo, però, comunque delle limitazioni, ossia dei danni. Personalmente ho però fatto approvare due emendamenti alla legge 7 del 2010, per garantire comunque un indennizzo nei confronti dei Comuni e dei cittadini che sono stati bravi, e dunque non hanno cementificato come a Manoppello o Spoltore, né hanno fatto opere folli come a Pescara con la diga foranea: con il primo emendamento abbiamo previsto un ristoro per i proprietari dei terreni, che andrà da un minimo del 40 per cento del prezzo di mercato sino a un massimo del 75 per cento, a seconda se la superficie andrà a ospitare la vasca, o l’argine o solo la strada di accesso alla vasca. Con il secondo abbiamo previsto per i Comuni virtuosi, ossia Rosciano e Cepagatti, il pagamento di un ristoro consistente nella realizzazione di opere di mitigazione delle criticità idrauliche, idrogeologiche e ambientali. Tuttavia approvati gli emendamenti, il Governatore non ha dato loro seguito, tanto che appena un mese fa lo stesso Consiglio comunale di Cepagatti ha approvato, per la seconda volta, un ordine del giorno esprimendo la propria contrarietà a quelle opere. E quei documenti hanno avuto, ovviamente, voce in capitolo sul Comitato Via che ha puntualmente disposto la sospensione delle opere fino a quando la Regione non avrà definito i rapporti con i 170 proprietari interessati da un cantiere che comunque andrà a stravolgere la propria situazione. Personalmente lo scorso 30 marzo abbiamo presentato delle osservazioni tramite il portale on line Sportello Ambiente. Teoricamente, dopo aver comunque perso 4 mesi di tempo sulla tabella di marcia, il Governatore D’Alfonso avrebbe dovuto aprire, suo malgrado, il valzer delle trattative – hanno proseguito il Capogruppo Sospiri e i consiglieri Ciuffi e Di Domizio -. E invece abbiamo scoperto che, dopo un sopralluogo da parte della Commissione Via regionale, avvenuto lo scorso 3 aprile, sarebbero stati presentati integrazioni di documenti e studi relativi all’impatto ambientale del progetto e il 13 aprile scorso è stata inoltrata la richiesta di riavvio della procedura presso lo stesso Comitato Via. Ci siamo subito attivati per fermare le procedure e infatti abbiamo chiesto che ci venisse dato, a tutti i cittadini e i comuni interessati, almeno 60 giorni per poter esaminare attentamente il nuovo progetto; inoltre abbiamo chiesto che la Regione rendesse note le integrazioni presentate sull’impatto ambientale, al fine di garantire una opportuna e doverosa trasparenza a una procedura che interesserà 170 famiglie, i cui diritti vanno tutelati, nel pieno rispetto di quanto approvato dallo stesso Consiglio regionale. La Regione ha concesso 30 giorni e noi abbiamo subito ripresentato le nostre osservazioni, chiedendo, innanzitutto, un nuovo sopralluogo in loco aprendo una sorta di ‘inchiesta pubblica’. Il sopralluogo si è svolto stamane con un dibattito che si è infiammato nel momento in cui ho esposto le mie osservazioni-opposizioni. Cinque i punti caldi: innanzitutto lo Studio di Impatto ambientale deve partire dall’individuazione del problema e delle varie soluzioni progettuali ipotetiche, per poi sviluppare quella più congrua sotto il profilo economico e ambientale. Al contrario, nel caso delle vasche di laminazione, si è partiti dallo sviluppo di una sola ipotesi progettuale, per poi scartare in sei paginette dattiloscritte ogni altra possibilità, in netto contrasto con l’impostazione data dal Codice per l’Ambiente e dalle Direttive europee. Poi, nello Studio manca ancora lo studio della Valutazione d’incidenza sugli habitat individuati nello stesso documento, che va sottoposto a valutazione e monitoraggio; manca ancora lo ‘studio sulle terre e rocce di scavo’ da allegare allo Studio d’Incidenza ambientale e da sottoporre alla valutazione e prescrizione della Commissione. E ancora: il progetto prevede la variante urbanistica dei terreni del comune di Rosciano, e allora è necessario redigere uno studio specifico in relazione all’applicazione o all’esclusione di quella variante dalla procedura di Vas rendendo pubblico il parere da parte dell’Autorità regionale competente. Infine è necessario conoscere il nome del Responsabile dell’Istruttoria individuato dalla Regione Abruzzo, incarico che poteva essere affidato solo a personale con titoli e specializzazioni adeguati al progetto da esaminare, autore di pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali, e ancora dobbiamo conoscere il suo parere sul progetto. Ovviamente – hanno aggiunto il Capogruppo Sospiri e i consiglieri Ciuffi e Di Domizio – la Commissione di VIA deve ancora fornire le sue risposte ai quesiti che oggi abbiamo posto su un documento che, seppur rivisto, è ancora incompleto, ed è dunque chiaro che il progetto è ben lungi dal poter divenire esecutivo”.